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La semestrale 2021 delle borse, cosa aspettarsi per la fine dell’anno?

La semestrale 2021 delle borse, cosa aspettarsi per la fine dell’anno?

Pubblicato Lun 05 Luglio 2021 - 10:26 da Stefano Bonini Tag: Borsa

Essendo la scorsa settimana finito il primo semestre 2021, è doveroso fare un check up finanziario di metà anno per provare a capire come muoversi nei prossimi mesi.

 

Se avessi scritto questo articolo un mesetto fa il protagonista sarebbe stato il Bitcoin: ad aprile ha raggiunto il suo massimo storico, per poi annullare tutto nei due mesi successivi a seguito della decisione del governo cinese di limitare le attività di mining e gli avvertimenti sui rischi dati dalle principali banche centrali.

 

A questo punto è indubbio che le materie prime siano state le protagoniste assolute del semestre appena concluso.

 

Tra queste il petrolio fa la parte del leone, perché a seguito di una aumentata fiducia nella ripresa economica, dopo lo shock da Covid dello scorso anno, il Brent ha fatto registrare un +45%.

 

Dello stesso segno anche rame e alluminio che hanno fatto segnare un +22%, mentre oro e argento hanno sofferto registrando, rispettivamente una flessione del 5% e del 2.2%.

 

Ci tengo a menzionare le performance della soia, che ha fatto registrare un +43%, la cosa onestamente non mi meraviglia, oramai a Milano è un evento riuscire a bere un cappuccino o mangiare un gelato fatti con latte vaccino.

 

In questo panorama, anche i corsi delle principali borse mondiali hanno dato delle buone soddisfazioni, dopo un 2020 un po’ altalenante.

L’indice Msci World ha messo a segno un rialzo di circa l’11%, mentre l’indice dei titoli dell’eurozona, l’Eurostoxx, ha fatto registrare un incremento di circa il 15%.

 

Il nostro Ftse Mib e il Dax, hanno “performato” un po’ meno, facendo registrare rialzi di circa il 13%, mentre il francese CAC40 ha segnato un aumento di circa il 18%.

 

Oltreoceano lo S&P 500 ha avuto performance simili al Ftse Mib e al Dax, mentre il Nasdaq ha guadagnato poco meno dell’11%.

 

Il mondo asiatico è stato decisamente meno euforico con Tokio che ha guadagnato “solo” il 5% e l’indice di Shanghai si è fermato a circa il +2%.

 

Analizzato cosa è successo nei precedenti 6 mesi, cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi?

 

Su tutte le testate giornalistiche si legge che l’economia americana è ripartita alla grande, dall’altra parte però quella europea fatica ancora un po’, pertanto diversi gestori suggeriscono di puntare sulle società, europee appunto, che ancora non hanno beneficiato della ripresa.

 

Ieri ero a cena con un mio amico (che vuol rimanere anonimo), gestore di un importante fondo obbligazionario, e mi ha candidamente detto che visti i rendimenti dei titoli “classici” ancora molto bassi è costretto a cercare opportunità in titoli meno esplorati (es. Paesi in via di sviluppo) per poter garantire i rendimenti promessi agli investitori.

 

Dall’altro lato il petrolio continuerà la propria corsa, tant’è che secondo diversi analisti, compresi quelli di Goldman Sachs, ipotizzano che possa arrivare a 100 dollari al barile.

 

Per i nostalgici, non vedevamo questo livello dal lontano 2014.

 

La motivazione sottostante questa previsione è che, a fronte di un ritorno agli spostamenti, dovrebbe permanere un certo "scetticismo pandemico" che porterà a preferire l’utilizzo di mezzi privati piuttosto che ricorrere a quelli pubblici.

 

 



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