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Prima di fasciarci la testa dobbiamo rompercela

Prima di fasciarci la testa dobbiamo rompercela

Pubblicato Mar 06 Febbraio 2018 - 11:11 da Emilio Tomasini Tag: Borsa

L’analisi tecnica è una tecnica sostanzialmente trend following: accerta cosa stia facendo il mercato e come si stiano comportando le mani forti. L’analisi fondamentale esprime un giudizio sul valore “VERO” di un asset, che raramente combacia con quello che esprime il mercato stesso. Fare combaciare i 3 elementi è assolutamente difficile se non impossibile. Mi spiego.

 

La situazione ideale è quella di un asset che è sottoquotato dal mercato ed inizia ad accampicarsi con chiari segnali di bottom up e magari ancora dopo rompe qualche massimo relativo precedente. Questo è quello che noi tutti vorremmo e ricerchiamo. Purtroppo questa situazione ottimale succede una volta su 10 o meglio un anno su 10 e raramente esprime dei rialzi solidi e consistenti. Infatti il vero e proprio boom dei prezzi avviene sempre alla fine del movimento rialzista quando i compratori scatenano la caccia al titolo oggetto di quella sbornia collettiva. Quindi se volete i soldi facili beh dovete sapere che vengono sempre con un prezzo: quando il mercato girerà al ribasso, di breve o di medio termine, voi dovrete sopportare la sofferenza ed il dolore della perdita. Non ci sono vie di uscita.

 

Anche il contro trend presenta i suoi inconvenienti: è bello comprare sui ribassi quando siete dentro una tendenza al rialzo o in congestione, una vera e propria macchina da soldi. Tu compri quando scende e magicamente risale. Bene, bravo, bis. Ma quando viene la fine della fiera tu devi fare una operazione che non sei mai pronto a fare e se la fai ti costa enorme pena e sofferenza: lo stop loss. E’ qui dove la maggior parte delle persone fallisce ed è per questo che penso che per l’investitore medio i sistemi controtrend siano una arma di distruzione di massa. L’utilizzatore di un sistema contro trend si chiede: perché mai debbo vendere in stop loss oggi quello che ho comprato ieri ? Se l’ho comprato ieri è un controsenso venderlo oggi perché se l’ho comprato significa che è “buono”. In realtà non c’è niente di buono o di cattivo in sé con i mercati c’è solo da capire dove stanno le probabilità (non certezze) di guadagno.

 

Altra considerazione: i ritracciamenti posso essere di breve o di medi periodo. E questo prima di parlare di fine di rialzo. Un ritracciamento DI BREVE PERIODO all’interno di un trend al rialzo deve avere diversi elementi:

 

  • 1. a rottura di una trendline abbastanza vicina costruita negli ultimi 6-12 mesi
  • 2. Un movimento 1-2-3 ribassista possibilmente con ross hook
  •  

Un ritracciamento di MEDIO PERIODO all’interno di un rialzo deve avere:

 

  1. 1. La rottura di una trendline sul settimanale o sul mensile di qualche anno
  2. 2. Un movimento 1-2-3 ribassista possibilmente con ross rook
  3.  

La fine di un movimento rialzista di LUNGO PERIODO come quello avvenuto nel 2007 drammatiche per il trading azionario (praticamente abbiamo smesso di comprare azioni dal 2007 al 2009) e a conseguenze spettacolari per il trading sull’obbligazionario. Ma noi non siamo ancora in quella situazione e forse non ci saremo ancora per lungo tempo. Con l’apertura di oggi abbiamo il panico e questo è il prodromo del recupero. Inoltre se guardate ci sono molte azioni che chiudono in positivo rispetto all’apertura con volumi in aumento di giorno in giorno.

 

Alcuni players poi considerano diversi altri elementi ad esempio la comparazione tra prezzo azioni / utili e prezzo bond / rendimenti e attualmente sull’SP500 il primo rapporto è a 22,6 mentre il secondo a 37 quindi le azioni continuano ad essere meno “care” dei bond (questo approccio non piace a tutti ve lo dico subito anche se per me dà il polso della situazione).

 

Certamente un conto è fare il trader un conto fare il consulente. Quello che si può dire, indossando i panni del consulente e quindi avendo a che fare con tempi di reazione molto differiti da parte della clientela, è che in questo ribasso assistiamo ad una rotazione geografica in cui gli USA sono sempre più esposti alla possibilità di un ribasso o congestione del medio periodo mentre l’Europa può ancora avere una crescita stabile con un profilo rischio / rendimento interessante.

 

Allo stato attuale, indossando invece i panni del trader, pur dopo aver sorbito la più grave disfatta del Dow Jones in una singola seduta intraday, notiamo sul Dow Jones che se anche nel breve le trendline sono state intaccate nel medio siamo ancora sopra la trendline del rialzo e lo stesso su DAX CAC e FTSE ALL SHARE. A giudicare dalla apertura in profondo rosso mi pare di poter dire che siamo in una buy opportunity piuttosto che in una situazione di rotta completa. Il nostro portafoglio di Borsa sta reggendo molto bene e se guardate determinate azioni come Ferrari o Azimut  esse sono in palese accumulazione ovvero c’è chi compra a piene mani da chi vende disperato. In queste situazioni occorre proteggere il capitale con gli stop loss, non comprare e aspettare che il mercato ci dica cosa intende fare. Prevedere il mercato è impossibile, leggere cosa intenda fare è difficile ma ci si può riuscire. Basta ascoltare. Con la tranquillità d’animo di essere coscienti che se davvero sarà la fine del rialzo è ovvio andare in perdita sui titoli in portafoglio e che invece potrebbe essere drammatico tenere azioni in pancia all’insorgere di una tendenza negativa. Ma anche pronti a comprare perché se in questo inferno di vendite ci sono titoli che bellamente se ne stanno appesi al rialzo, hanno una chiusura superiore all’apertura e non escono dalla congestione il segnale è molto chiaro: se voi vendete trovate sicuramente qualcuno che vi compra perché sa di essere dalla parte giusta del mercato.

 



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