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[ INTEGRALE ] Ci siamo addormentati italiani ... ci siamo svegliati greci

[ INTEGRALE ] Ci siamo addormentati italiani ... ci siamo svegliati greci

Pubblicato Dom 26 Aprile 2020 - 10:56 da Emilio Tomasini Tag: Borsa

Molti lettori sono in ansia: patrimoniale sì o patrimoniale no ?

 

Italexit o non Italexit ?

 

Depressione economica o non depressione ?

 

Cosa fare di fronte ad una situazione economica ed istituzionale che rischia di franare sotto il peso di una emergenza finora mai vista ?

 

In questo guazzabuglio di informazioni e disperazione ci sono diverse visioni necessariamente contrastanti e purtroppo non c’è una risposta certa.

 

Ci sono delle probabilità.

 

Molte probabilità e poche certezze e quindi dobbiamo imparare a distinguere le probabilità dalle certezze.

 

Come tutti i miei lettori anche io passo la giornata a leggere i media e i report italiani e stranieri e quindi alla sera hai letto tutto e ti sembra di non avere letto niente.

 

E soprattutto è naturale confondere i sentimenti, le emozioni, le passioni con i dati di fatto.

 

Di tutta questa situazione c’è un unico dato di fatto che tutti condividiamo e che diamo per scontato nell’an anche se non nel quantum: che ci siamo addormentati italiani prima del Coronavirus e ci siamo svegliati greci dopo il Coronavirus.

 

Già, greci.

 

Il nostro debito pubblico / PIL a fine anno per effetto di:

 

  • 1. Calo del gettito fiscale
  • 2. Manovre interne di tipo emergenziale
  • 3. Aumento del debito (MES e European Recovery Fund)
  1.  

Potrebbe arrivare addirittura al 175% ovvero 6 punti percentuali meno di quanto non lo sia stato a dicembre 2019 il rapporto debito / pil greco.

 

Solo calcoli miei fatti sul rovescio di una busta ma c’è chi di più autorevole di me un mese fa prospettava il 160% chi il 165%. Ora alcuni il 155%.

 

Non importa, la Grecia nel 2010 al tempo del primo “salvataggio” aveva il 146%.

 

Se leggere i libri di Yanis Varoufakis, ex ministro delle finanze greco, quello che ha cercato di portare fuori la Grecia dalla schiavitù del debito, e tra questi consiglio la lettura di “Adulti in una stanza” e “Saranno i deboli a soffrire” potete sapere in anticipo cosa succederà anche a noi italiani.

 

Ad esempio io sapevo benissimo prima che avvenisse l’incontro dell’Eurogruppo della scorsa settimana che si sarebbe risolto con un nulla di fatto: la distinzione tra European Recovery Fund che è un debito che devi restituire e il fatto che sia stato momentaneamente sospeso il limite tradizionale del deficit / Pil (che è debito) è come dire che tra la cioccolata sciolta con le nocciole e la nutella c’è una grande differenza.

 

No, non c’è differenza, forse a qualcuno piace la nutella e a qualcun altro la cioccolata sciolta ma la minestra è che è sempre cioccolata morbida che si può spalmare.

 

Quindi alla fine torniamo sempre al discorso del MES, puoi certo prendere i soldi ma si chiama debito.

 

L’Italia sta affogando nel debito e questo a fronte di una situazione di competitività che è negativa da oltre 20 anni, da quando siamo entrati nell’Euro e basta il grafico della produttività per dimostrarlo:

 

 

Il grafico parte dal 2000 ovvero dalla introduzione dell’euro.

 

Se lo fate partire da prima noterete che la produttività cresce fino al 2000 e poi è quella che vedete.

 

Quindi l’euro ha smorzato la spinta al rialzo della nostra produttività, anche se alcuni si chiedono come sia possibile per l’Italia perdere competitività ed avere in alcuni anni un attivo delle partite correnti (ma sono argomenti più elevati della mia statura e non mi ci addentro).

 

Dopo che abbiamo concordato che in 8 settimane di lockdown siamo diventati come i greci in termini di debito / PIL e dopo aver conosciuto il nostro destino dai due libri di Varoufakis dobbiamo chiederci la domanda vitale: l’Italia può essere assimilata alla Grecia ?

 

No, non può.

 

L’Italia ha dato al mondo la pizza, ha la migliore pummarola del mondo, e su questo nessuno di noi mette ombra di dubbio, abbiamo il Papa la mafia e l’aceto balsamico di Modena.

 

Quindi non siamo la Grecia.

 

Se assumiamo di non essere la Grecia ora la domanda diventa più sottile: se anche non siamo la Grecia quanto assomigliamo allora alla Grecia ?

 

Molto.

 

Il primo punto di contatto è una classe politica incompetente e corrotta, una pubblica amministrazione incapace e corrotta come la classe politica che la controlla, un popolo di evasori nati.

 

Poi è vero che c’è qualcuno disperso tra Modena e la Brianza che produce qualcosa che piace al mondo, ed è forse quello che i paesi del Nord Europa voglio comprare a prezzi di saldo come il porto del Pireo e le ferrovie greche.  

 

I mercati finanziari hanno la loro logica, spesso stupida e non sono un proxy della situazione attuale, che vede un’Europa ormai inconcludente su diverse emergenze finora occorse dall’immigrazione selvaggia degli anni scorsi alla pandemia ed una Italia in mano ad una classe politica inefficace.

 

Vi assicuro che tutto il cinema che vedrete all’Eurogruppo oggi domani e dopodomani non è nient’altro che la tagliola in cui noi italiani come i greci andremo ad infilare la nostra testa tra qualche anno.

 

Perché ripeto tutto questo debito non è “a fondo perduto” come vuole candidamente “Giuseppi” che non deve essersi ancora bene orientato a livello internazionale, oggi ti danno i soldi ma poi domani li rivogliono indietro con gli interessi.

 

E l’ammontare dell’intervento programmato dall’Unione Europea è comunque ridicolo per un continente di 350 milioni di individui.

 

E tu non puoi certo restituire il 175% del debito sul fatturato perché se tu fossi una azienda ti avrebbero fatto chiudere quando arrivati al 100% del fatturato.

 

Che fare quindi di concreto ?

 

Due cose:

 

  1. 1. Chi può scappi ovvero espanda le proprie attività all’estero (export e filiali produttive)  o si trasferisca definitivamente se può (attenzione all’estrovestizione delle persone fisiche e giuridiche che altrimenti vi cacciano nel gabbio e non uscite più … regola numero uno rispettare la legge).
  2.  
  3. 2. Diventare più efficienti per sopravvivere alla prossima grande crisi, puntando sull’online e sull’innovazione, cioè facendo meglio il vostro mestiere di imprenditori, professionisti e perché no di investitori (studiando ed informandovi meglio)
  4.  

Ricordatevi che spesso la medicina ammazza più del male e quindi se per evitare una patrimoniale dell’1% spendete il 20% e correte il rischio di farvi piallare dall’Agenzia delle Entrate è meglio pagare come tutti gli altri l’1% di patrioniale e bona lì. Meglio pagare l’1% e mantenere la sanità pubblica, dicono alcuni, che evitare di pagare l’1% di patrimoniale e poi andarsi a fare il trapianto del rene a pagamento.

 

 

Non ci resta che lavorare di più e meglio e purtroppo sarà fino a 75 anni … e soprattutto investire meglio.



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