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2021 anno d’oro delle banche Italiane: exploit ancora ripetibile?

2021 anno d’oro delle banche Italiane: exploit ancora ripetibile?

Pubblicato Lun 14 Febbraio 2022 - 20:12 da Stefano Bonini Tag: Borsa

 

 

 

Per l’Italia il 2021 è stato l’anno del grande rimbalzo del Pil: +6.5% ed anche l’anno del ritorno a utili record per le banche italiane.

 

Le prime 10 del settore hanno realizzato profitti aggregati per circa 8,5 miliardi, ancora più importante se si confronta con la perdita di circa 290 milioni nel 2020.

 

Settimana scorsa, inoltre, Andrea Enria, Presidente del Consiglio di vigilanza della Banca Centrale Europea ha presentato i risultati dello SREP: processo di revisione e valutazione prudenziale.

 

Questo esercizio annuale, che le banche vigilate direttamente da BCE devono svolgere, è finalizzato a promuovere la capacità di tenuta del sistema bancario mostrando un buonissimo stato di salute.

 

L’exploit sarà ripetibile nel 2022?

 

Tre motivi difficilmente ripetibili hanno favorito il boom: la crescita del Pil, i tassi bassi del BTp grazie agli acquisti di Bce e le garanzie statali sui prestiti.

 

La risalita dei tassi è in generale un beneficio per la spinta dei ricavi delle banche, ma solo se questa è contenuta, infatti una fiammata dell’inflazione può frenare consumi e attività economiche, riducendo le attese di balzo del Pil.

 

In questo contesto alla vigilia del weekend è apparsa, su tutti i giornali, la notizia che Unicredit avrebbe in rampa di lancio una OPA verso il BancoBPM.

 

Lo stesso giorno in una intervista al Sole 24 Ore Gianpiero Maioli, Amministratore Delegato di Credit Agricole Italia, ha dichiarato che la sua banca “crescerà ancora in Italia”.

 

L’informazione è tutt’altro che nuova per gli addetti ai lavori, infatti noi all’Indipendente di Borsa ne parliamo già da qualche tempo, però il fatto che se ne discuta sui quotidiani generalisti è un chiaro segno di manovre sul tabellone del Risiko bancario.

 

Il primo effetto si è realizzato oggi con l’offerta irrevocabile di acquisto di Banca Carige da parte di BPer e la relativa accettazione.

 

A questo punto sul mercato bancario italiana ci troviamo ad avere una polarizzazione su tre gruppi di dimensioni importanti come Intesa, Unicredit e Bper.

 

Quest’ultima, inoltre, se tramite il suo azionista di maggioranza Unipol, si allungasse su Banca Popolare di Sondrio supererebbe dimensionalmente anche Unicredit.

 

Ecco pertanto l’importanza del passaggio su BancoBPM, che diventerebbe strategico per consolidare la propria quota di mercato nelle regioni più ricche d’Italia.

 

Mi sento di dire che non sia del tutto casuale l’uscita sui giornali proprio a ridosso della nomina del nuovo il amministratore delegato di MPS, tra l’altro storico alto dirigente di Unicredit.



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