https://www.high-endrolex.com/38

Articoli

Call e put insieme? Ci sono alcuni miti da sfatare in questa strategia in opzioni

Call e put insieme? Ci sono alcuni miti da sfatare in questa strategia in opzioni

Pubblicato Dom 12 Giugno 2016 - 16:22 da La redazione Tag: Borsa

Call o put? Strategie in opzioni: cosa funziona e cosa no

Volete farvi una seria cultura sulle opzioni? Oggi su internet è quasi impossibile. Provate a digitare parole chiave come strategie opzioni, strategie opzioni efficaci, strategie opzioni valide, fare trading con le opzioni, et similia: non troverete altro che opzioni binarie. Le care vecchie call e put sono passate in secondo piano. I prodotti tradizionali non fanno più notizia, forse perché non promettono profitti stratosferici in 30 o 60 secondi. Call e put tradizionali sembrano non essere più strumenti a leva come lo sono sempre state: il “problema” è che ci mettono troppo a scadere; perfino una settimana è diventato un tempo troppo lungo per i cacciatori del guadagno facile e sicuro in Borsa.

 

Call o put? Per la cronaca, esistono ancora, e sono sempre valide!

Eppure le tradizionali call e put non hanno smesso di creare opportunità per chi le sappia cercare. E a fianco di tante strategie blasonate che hanno ampiamente dimostrato di essere fallimentari in un largo numero di casi, call e put standard – chiamatele regolamentate, ufficiali, se volete – usate con semplicità e intelligenza possono ancora stupirvi.

In questo e in tanti articoli che seguiranno parleremo a lungo di strategie in call e put che funzionano e anche di strategie in call e put che non funzionano, perché alcuni vecchi miti del trading in opzioni devono essere sfatati una volta per tutte. Di uno di questi, l’iron condor, ci siamo già occupati un paio di settimane fa. Ne abbiamo parlato anche ad Algoritmica a Bologna.

 

Call e put insieme? Ci sono alcuni miti da sfatare…

In poche parole, l’iron condor è una strategia che sfrutta put, call e la statistica per tentare di trarre vantaggio dal comportamento tipico del mercato per la maggior parte del tempo: quello di non compiere movimenti rilevanti per lunghi lassi di tempo. Il problema, come è stato chiaramente mostrato ai partecipanti al convegno, è che la statistica in questi casi può essere fuorviante, e portare a prendere decisioni sbagliate, che si traducono in strategie che sistematicamente perdono o non producono reddito stabilmente.

Nulla che non si possa risolvere, comunque, a patto di conoscere bene gli strumenti e di sapere come fare per migliorare il rendimento di strategie semplici costruite con strumenti semplici: le tradizionali call e put, appunto.

Questa volta vi parlo di un’altra strategia apparentemente banale, tanto banale da essere inflazionatissima. Anche qui il concetto è giusto, ma la sua applicazione è spesso errata, e ciò si traduce in perdite, a volte devastanti.

 

 

Put, put e solo put: il mestiere delle assicurazioni

Parliamo di put, solo di put, questa volta. E nello specifico parliamo di naked put selling, cioè di vendita di put senza alcuna copertura.

Per chi non lo sapesse, una put rappresenta – per chi la detiene, perché l’ha comprata e pagata – un diritto di vendita su un certo strumento, ad un certo prezzo (lo strike) e ad una certa data (o in qualsiasi momento precedente una certa data). Un esempio semplice: compro una put sul titolo Eni strike 13 euro e scadenza settembre. Ho comprato – pagando un costo, detto premio – il diritto di vendere azioni Eni a 13 euro ciascuna entro un certo giorno di settembre. Lasciamo stare i dettagli perché poco importano qui. Ciò che conta è il concetto: se ho azioni Eni in tasca e voglio proteggermi da un loro possibile ribasso, posso comprare put strike 13 e avere così il diritto di liberarmi di quelle azioni a 13 euro entro una certa data futura. Se le cose si mettono male e le quotazioni crollano io potrò sempre e comunque esercitare la put e vendere le mie azioni a 13 euro ciascuna.

A danno di chi? Di chi mi ha venduto la put, ovviamente: lui ha incassato il premio che io ho pagato per assicurarmi dal rischio di perdere più di quanto io sia disposto a tollerare; se il prezzo delle azioni Eni non scende io non avrò alcuna convenienza ad esercitare la put, quindi la lascerò scadere senza far nulla, e perderò il premio pagato, come se avessi fatto una polizza di assicurazioni su un qualsiasi altro rischio, fisico o finanziario che fosse.

 

Vendere put per incassare premi su eventi a basso rischio

Bene, parliamo del ruolo del venditore della put: egli funge da assicuratore, ossia assume su di sé il rischio di un evento a bassa probabilità – il crollo del prezzo delle azioni Eni – facendosi pagare un certo premio per fare ciò.

 

Put vendute: la chiave è la diversificazione

Una pratica rischiosa? Certamente sì, se fatta su un solo titolo. Ma se la si reitera su decine di titoli, diversificando il rischio, il discorso cambia radicalmente: vendere put su tanti titoli diversi equivale a porsi come assicuratori di tanti investitori cauti, disposti a pagare qualcosa per avere in mano opzioni put che possano fungere da paracadute in caso di forti ribassi dei prezzi.

 

 

Ma da sola non basta: troppe put vendute indiscriminatamente portano rischi enormi

La sola diversificazione è sufficiente a rendere la vendita scoperta di put una strategia vincente sui mercati finanziari? Questo è ciò che vi viene raccontato, ma la risposta è negativa: diversificare non basta. Le put vendute indiscriminatamente, senza una logica selezione dei titoli sottostanti, possono produrre perdite devastanti sui vostri conti di trading, perciò dovete escogitare un modo più furbo di muovervi.

Ebbene, qui ci vogliono tempo, impegno, strumenti informatici appropriati, e competenze. Ed ecco cosa si può ottenere.

 

Put e call: il mercato americano è il migliore

Se si guarda al mercato americano, dove i sottostanti quotati su cui sono scritte opzioni call e put sono centinaia, è possibile individuare molti titoli che tendono storicamente ad avere comportamenti molto volatili, ma anche altri titoli che storicamente si sono sempre dimostrati poco volatili. Per avere informazioni sul nostro servizio di buy sell sulle opzioni SPY cliccare qui >> Il trading sulle opzioni 

 

Put e call: attenti alla volatilità

Se è vero che volatilità nel mondo delle opzioni call e put significa anche premi maggiori, quindi maggiori incassi per chi vende quelle opzioni (soprattutto le put), è anche vero che la volatilità è una misura di rischio; in particolare di rischio futuro atteso! Maggiore volatilità incorporata nei premi delle opzioni significa infatti maggior volatilità attesa in futuro, quindi rischio aumentato di vedere i prezzi muoversi significativamente nelle due direzioni possibili, minacciando grosse perdite per gli assicuratori.

 

Put vendute: meglio optare per sottostanti tranquilli

In linea generale forse è meglio incassare meno ma con maggiore serenità, ed è proprio qui che entrano in gioco i sottostanti più “tranquilli”. Ciò che possono offrire è dato da premi più che soddisfacenti a fronte di eventi specifici. Ciò che bisogna fare quindi è analizzare tutti i sottostanti per individuare quelli che meglio si prestano alla vendita di put a fronte di determinate condizioni.

 

Put vendute: come selezionare i sottostanti migliori

Due esempi particolarmente degni di nota: ci sono molti titoli che a fronte di marcati segnali di forza, come ad esempio un nuovo massimo di lungo periodo, tendono a non subire diminuzioni significative di prezzo per periodi altrettanto lunghi, permettendo quindi di vendere opzioni put con strike relativamente ravvicinati e scadenze medio-lunghe, che portano profitti significativi e rischi perfettamente controllati. Allo stesso modo ci sono titoli che si prestano alla vendita di put dopo eventi ribassisti di una certa portata. L’idea è di attendere una forte discesa del prezzo per posizionarsi su strike che rappresentano ulteriori forti discese, sfruttando statistiche che danno eventi simili come quasi impossibili.

 

Put vendute: e se le cose vanno male nonostante tutte le precauzioni?

Il rischio maggiore? Quello di trovarsi costretti, dopo un certo tempo, a comprare i titoli sottostanti, a prezzi fortemente decurtati rispetto al momento iniziale. Sono eventualità che raramente possono tradursi in eventi drammatici e che anzi, per chi conosce davvero bene call e put, possono tradursi in eccezionali opportunità di profitto ulteriore.

Ma questa è un’altra storia: si intitola covered call writing; ne parliamo la prossima volta.



Segnalazioni per trader esperti

Azioni esplosive di oggi

Ogni giorno entro le ore 19.30 il ranking dell'Independent Tren Index (ITI) scova le migliori azioni di Borsa Italiana per stabilità di tendenza.

 

* Free *
Clicca qui >>
Top