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E se Diego Della Valle e Chiara Ferragni fossero solo i first mover nella rivoluzione dei CDA?

E se Diego Della Valle e Chiara Ferragni fossero solo i first mover nella rivoluzione dei CDA?

Pubblicato Lun 12 Aprile 2021 - 09:36 da Stefano Bonini Tag: Borsa

In certe realtà economiche, e specialmente nelle aziende dove è ben identificato il proprietario, i Consigli di Amministrazione sono spesso luoghi in cui si ratificano decisioni già prese dalla proprietà stessa o dal leader.

 

Ho amici imprenditori che hanno chiuso o modificato gli assetti proprietari di piccole o medie aziende, solo perché c’erano dei Consigli che “facevano troppe domande”.

 

Se c’è un momento in cui le conformazioni dei CDA cambia è proprio durante qualche crisi, la cosa non ci meraviglia affatto visto che la sua etimologia greca significa proprio trasformazione.

 

Ecco che negli anni 80 (dopo la crisi petrolifera del 1979) per essere alla moda si doveva essere “green” e allora si è iniziato a parlare di Greenwashing: un po’ di ambientalismo di facciata, necessario a dare alle aziende un’immagine più attenta all’ambiente.

 

Poi è stata la volta del Pinkwashing, cioè si mostrava un atteggiamento orientato alla diversity.

 

Con il Covid c’è stata la gara al Socialwashing per compiacere pubblico e investitori dando un’immagine di attenzione ai temi legati al sociale e diritti umani.

 

Al riguardo mi vengono in mente storie in cui vi erano aziende che da un lato si facevano pubblicità nel donare denari e apparecchiature mediche mentre dall’altro facevano affari con organizzazioni che speculavano proprio su quelle attrezzature.

 

Mentre da inizio anno in tutto il mondo si parla di Tech e Digitalwashing, cioè nel mostrare che la propria azienda sia tecnologica e digitale, Diego Della Valle ha solo ricordato che lui vende abbigliamento e moda, non tecnologia, così ha chiamato Chiara Ferragni nel CDA di Tod’s.

 

È bastato questo perché in borsa il titolo balzasse a +14% in una giornata in cui il FTSE-Mib ha chiuso a -0,60%, guadagnando in un giorno quasi 100 milioni di Euro, secondo le stime de IlSole24Ore.

 

Diego Della Valle è colui che, con una importante campagna marketing ben mirata e creando sponsorizzazioni ad hoc prima di tutti, ha trasformato una azienda di famiglia nel marchigiano in una delle più importanti multinazionali della moda.

 

Forse anche questa volta ha anticipato un nuovo trend?

 

Magari, anche leggendo qualche nostro articolo, ha visto che a volte basta un tweet di Elon Musk o di Jeff Bezos per far salire le quotazioni di qualcosa, che siano titoli azionari o Bitcoin.

 

Il balzo del titolo Tod’s non deve comunque meravigliare, del resto a novembre dello scorso anno, il titolo dell’azienda Monnalisa, quotata all’Aim, a seguito di un accordo con Chiara Ferragni, ha fatto registrare subito un rialzo del 23%, e il giorno successivo un ulteriore +39,7%.

 

Ma chi è lei?

 

Semplicemente rappresenta l’emblema del nuovo personaggio pubblico che non ha segreti, senza scheletri, che si mostra a tutti e per questo risulta inclusiva e non divisiva.

 

Persone come lei parlano ai giovani, alle donne, agli uomini, ai politici, a chi fa impresa, a chi non lavora, a chi lavora.

 

Diego della Valle è forse stato il primo a capire che nella realtà post-covid avere nei CDA persone credibili e conosciute dai propri clienti, piuttosto che solo esperti di finanza, possa indirizzare le scelte aziendali verso soluzioni sempre più inclusive che possano abbracciare target piu estesi.

 

Mi aspetto che a breve qualche grande Fondo di Investimento internazionale si inventi un nuovo indice di performance basato sull’impatto “social” e “influencer” dell’azienda.

 



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