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Deutsche Bank: BTP italiani tutti al muro !

Deutsche Bank: BTP italiani tutti al muro !

Pubblicato Gio 03 Novembre 2016 - 00:16 da La redazione Tag: Borsa

La notizia è di poco fa sul Financial Times ma già le curve dei tassi per scadenza negli USA lo avevano indicato da diverso tempo: i tassi vanno al rialzo e dopo l'America deve venire l'Europa, quindi fine del QE o inizio del tapering come va di moda dire. Che il rialzo debba prima o poi lambire anche l'Europa lo testimonia prima di ogni cosa il dato di oggi del PMI Europe che è al massimo degli ultimi 3 anni come dimostra il grafico che segue:

 

 

Quindi la Fed aumenta i tassi di un quarto di punto (se vince la Clinton, altrimenti si scatena il sell off sui mercati azionari) nella riunione del 13 e 14 dicembre. Se avete dei bond in portafoglio iniziare a ragionare di portarli a casa. Per quanto riguarda la crescita economica specifichiamo che se andiamo ad analizzare il dettaglio di ciascun paese vedrete nel grafico che segue purtroppo che in fondo abbiamo la Grecia, poi ci siamo noi italiani e la Francia ci ha superato tutti rimanendo in una posizione oggi che è superiore sia a noi italiani che ai greci:

 

 

Quindi rassegniamoci, una faccia un popolo, Grecia uguale Italia. Almeno in termini di crescita economica. Quindi peserà moltissimo il risultato referendario del 4 dicembre, in caso di vittoria del no potrebbe scatenarsi un nuovo putiferio sui nostri mercati finanziari nazionali. Lo testimonia oggi un report di Deutsche Bank di cui riassumiamo l'incipit qui sotto per cortesia nei confronti dei nostri lettori e che lasciamo in pdf per quelli che leggono l'inglese CLICCA QUI PER SCARICARE IL REPORT DI DEUTSCHE  BANK >>:

 

Mentre i banchieri della BCE si lodano per la portata e la originalità della politica monetaria dal 2012, questi auto-complimenti appaiono sempre più ingiustificati. La realtà che da quando l'inglorioso discorso di Draghi "whatever it takes" nel 2012, la eurozona non ha creato nessuna crescita economica, la peggiore performance in termini di mercato del lavoro di tutti i paesi industrializzati, livelli di debito insostenibili (Italia ? NDR), ed una inflazione molto al di sotto dell'obiettivo della BCE. Mentre la tesi a favore di un intervento della BCE è perlomeno debole, sembra che le ripercussioni negative stiano diventando preponderanti. Questo paper illustra i 5 lati oscuri della odierna politica monetaria. Il primo è un paradosso dell'intervento della BCE: la politica monetaria ha soffocato il momentum di una vera e propria riforma che essa cercata di creare. Fino al luglio del 2012 alti tassi di interessi e minacce di dover rifinanziare il debito hanno costretto i governi ad essere seri sulle riforme (Italia ? NDR). Infatti, prima del 2012 almeno la metà delle iniziative di crescita raccomandate dall'OECD sono state implementate nell'eurozona. Ma nell'anno scorso solo il 20% sono state portate a termine. L'intervento della BCE ha tagliato il prospetto di riforme significative nel mercato del lavoro, nei sistemi giudiziari e legali, nei sistemi previdenziali e fiscali in tutto il continente. In secondo luogo i prezzi delle obbligazioni hanno perso la loro funzione informativa che deriva dal libero mercato. Da quando infatti gli investitori hanno anticipato gli acquisti di bond da parte della banca centrale nel tardo 2014, gli spread dei bond governativi tra un paese e l'altro dell'eurozona sono stati legati uno all'altro (Italia ? NDR). A sua volta rendimenti non rappresentativi della realtà dei bond governativi (Italia ? NDR) hanno distorto l'intero universo delle obbligazioni che è prezzato a partire proprio dai debiti governativi. Forse il lato più oscuro della Banca Centrale Europea è la crescente concentrazione del rischio nel bilancio dell'euro sistema, atteso essere 2 trilioni di euro entro il marzo 2018. In un evento di ristrutturazione del debito di un membro dell'eurozona (Grecia, Italia ? NDR) le passività della banca centrale insolvente è probabile che vengano sopportate da tutti i contribuenti dell'eurozona, anche se le perdite verranno spalmate su un lungo periodo di tempo. Fondamentalmente, il debito verrà "socializzato". In quarta analisi l'intervento della BCE non è stato a saldo positivo per i risparmiatori dell'eurozona. Mentre alti e stabili guadagni di rivalutazione hanno stimolato i rendimenti totali durante gli anni recenti (BTP ? NDR), questo è chiaramente un guadagno isolato. Oggi prezzi dell'energia in rialzo, la mancanza di cedole soddisfacenti, e infine la caratteristica mean reverting di questa situazione dei prezzi è probabile che faccia pagare un pedaggio ai risparmiatori (BTP ? Stanno parlando dei bond italiani ? NDR). Infine la cattiva allocazione del capitale causata dalla politica della BCE sta impedendo una distruzione creativa e causando bolle di prezzo negli asset. Prestiti sempre più forti stanno andando a prenditori di capitale di bassa qualità evitando alle banche di essere insolventi su altri prestiti. Senza distruzione creativa nelle industrie malate gli investitori in paesi dall'elevata propensione al risparmio hanno semplicemente fatto salire il prezzo degli asset sicuri (Italia ? NDR)".

 

Fino a qui la premessa. Per quanto riguarda l'Italia citiamo solo la frase in cui dice "senza crescita e con un deficit fiscale del 2.5% all'anno il debito a 3 cifre dell'Italia è semplicemente insostenibile". Non c'è da aggiungere altro.

 

Ovviamente da vecchio giornalista non prendo per oro colato niente da nessuna parte provenga, tanto più che i colleghi della disinformazione sono all'opera per propugnare il sì al referendum da una parte e per spingere il no dall'altra e noi siamo nel mezzo. In questo paper di Deutsche Bank mi sembra siano esposte  le tesi dei duri della Bundesbank e del ministro tedesco delle finanze Wolfang Shäuble, che rimane una opinione come le altre. Come uomo di mercato mi rendo però conto che questo coro al di là del fatto di essere o non essere nel giusto sta creando e creerà sempre più un impatto sui mercati finanziari. Questo è l'unico aspetto che conta da questo momento in poi: la grande fuga dai BTP è iniziata ...

 

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