Durante il ponte del 2 giugno negli ambienti finanziari, trasferiti al mare, si è sentito parlare dell’effettiva rilevanza finanziaria degli investimenti “green”, cioè in qualche modo legare le performance all’ecologia e alla sostenibilità.
Ho già raccontato, su queste pagine, di quanto sia convinto che l’inflazione sia più figlia della transizione ecologica messa in atto dalle istituzioni europee piuttosto he della guerra, ma qui entriamo in un altro territorio.
Al di là della filosofia, conviene investire in chi si dichiara ESG?
Nel complesso, da un’analisi di Bloomberg sembra chegli investimenti ESG stiano vivendo il loro momento più difficile. Ma cosa sta accadendo?
ESG è l’acronimo di Environmental, Social and Governance e si riferisce a tre fattori centrali nella misurazione della sostenibilità di un investimento.
I criteri ambientali esaminano il modo in cui un’azienda contribuisce alle sfide ambientali, quelli sociali come l’impresa tratta le persone e, infine, quelli di governance valutano il modo in cui un’azienda è amministrata.
L’idea di fondo è semplice: le imprese hanno maggiori probabilità di avere successo e di generare ottimi rendimenti se creano valore per tutti i soggetti interessati, incluso l’ambiente.
Fin qui tutto bene, ma come spesso accade quando ci sono le novità c’è la tendenza a correre tutti dietro la palla.
Tutto bello…ideale, ma… poi in molti si sono chiesti: è possibile che da zero ci siano così tante aziende attente a questi temi? Oppure siamo difronte al fenomeno chiamato Greenwashing?
Cioè aziende nel settore degli investimenti che si dichiarano ESG ma non lo sono.
Tutte supposizioni, fintanto che, martedì scorso, circa 50 funzionari dell’ufficio del pubblico ministero, dell’autorità di vigilanza finanziaria Bafin e dell’Ufficio federale di polizia criminale (BKA) hanno esaminato documenti nella sede della Deutsche Bank di Francoforte e nell’edificio della controllata del fondo della Deutsche Bank DWS.
Il gestore patrimoniale DWS è accusato di aver venduto i cosiddetti prodotti finanziari verdi come “più verdi” di quanto non siano in realtà.
Si dice che DWS abbia sopravvalutato le informazioni sulla sostenibilità.
Il giorno dopo, è stato poi riferito che i fondi azionari ESG hanno registrato il peggior mese di deflussi mai registrato negli Stati Uniti.
Probabilmente, le indagini della SEC americana e le continue notizie di Greenwashing, da più parti del Mondo, hanno e stanno convincendo gli investitori che forse, “non è tutto verde ciò che luccica sotto l’acrononimo ESG”.
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