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Facebook come la borsa: vale una seconda scommessa ?

Facebook come la borsa: vale una seconda scommessa ?

Pubblicato Dom 30 Ottobre 2022 - 20:53 da Emilio Tomasini Tag: Borsa

Come Facebook (oggi Meta) crolla a nuovi minimi pluriennali così la borsa USA nei primi due trimestri ha piegato la testa.

 

Per poi ripartire nel terzo.

 

Ripartirà anche Facebook oggi Meta ?

 

Noi abbiamo comprato in settimana il secondo lotto di Facebook: pochi spicci, qualche centinaia di dollari massimo 500 o 1000 se avete portafogli pesanti. Dopo che sul primo siamo ancora in perdita. E abbiamo ancora un terzo acquisto da fare, poi basta perché se fallisce poi ci lasci il portafoglio.

 

Ha senso ?

 

Un appassionato dell’analisi tecnica potrebbe dire forse che l’economia USA e forse quella internazionale sta “uncinando” al rialzo ? In altre parole prima c’è stata la prima gamba del rialzo, poi il ribasso di ritracciamento e quindi la ripresa del rialzo ?

 

Di seguito il PIL americano con i suoi componenti: possiamo vedere come le esportazioni abbiamo salvato la partita (arancione). La linea blu indica l’andamento percentuale del GDP che ha fatto quello che abbiamo scritto sopra: ha uncinato. Se era recessione è stata molto corta e manco l’abbiamo vista.

 

 

Purtroppo i dati macro sono inevitabilmente tutti in ritardo e quindi spesso vale la pena più affidarsi alla Borsa che a loro.

E la Borsa USA è scoppiettante e le Borse internazionali la scimmiottano.

 

Sembra che gli incrementi dei tassi di interesse in giro per il mondo abbiamo fermato l’immobiliare negli USA che era ormai il regno dei matti e soprattutto abbiano moderato i consumi.

 

Di recessione vera non si veda ancora niente in giro perché l’occupazione è sui massimi.

 

Ma se scorriamo le statistiche economiche vediamo che i piccoli business e i consumatori hanno iniziato a tirare il freno, cosa che all’economia fa solo bene. E’ evidente che dobbiamo aspettarci che quei settori come l’immobiliare che erano usciti di melone saranno quelli a subirne di più le conseguenze. Ma da qui a dire che la fine del mondo è vicina ce ne passa.

 

Perché il vero termometro del disastro economico non sono i consumi e l’immobiliare ma la disoccupazione. E il mercato del lavoro per il momento tiene, eccome che tiene.

 

Del resto il rialzo dei tassi di interesse sui mutui che è arrivato al 7% (de facto congelando la concessione dei mutui, è noto che in regime di capitalizzazione composta con un tasso oltre al 7% in 10 anni il montante è il doppio quasi del capitale iniziale e questo per spiegare in parole povere l’impatto devastante che possono avere i tassi su una rendita finanziaria) ma lo è arrivato soprattutto a causa dell’incertezza che grava sui mercati e ha fatto aumentare lo spread sulle mortgage-backed securities (MBS) cioè come nel caso del gas metano è stata la speculazione di Borsa a creare il patatrack e non i tassi. La Fed e le banche non comprano più MBS e quindi gli spread si sono ampliati a dismisura.

 

Parlando con alcuni agenti immobiliari mi hanno descritto la situazione del mercato immobiliare italiano in toni drammatici: come farà la gente si chiedeva uno a stipulare dei mutui al 3% ? Siccome era un giovanotto che magari è sul mercato solo da pochi anni non gli ho spiegato che i tassi a zero sono una anormalità mentre i tassi al 3% sono la normalità.

 

Soprattutto sono la normalità per chi nei 3 anni passati ha visto esplodere i propri profitti.

 

La vita è fatta da chi guadagna e da chi perde.

 

Ma veniamo a Facebook ed al nostro paragone con l’economia USA. 

 

Se consideriamo i dati trimestrali nella immagine che segue vediamo come il fatturato di Meta è sì diminuito ma niente che non sia successo in passato e lo stesso per la redditività.

 

 

De facto è raddoppiato l’indebitamento ma sui dati annuali leggiamo sempre che l’azienda USA ha un cash to debt di 1.61 e un interest coverage di 399 (alla faccia di chi le vuole male). Il margine operativo lordo è del 29% con un ROE del 24%.

 

Stanno scommettendo sul Metaverso, che non so cosa sia e non lo voglio sapere, ma diciamo che se anche non è il successo sperato l’azienda non finisce a gambe all’aria.

 

L’azienda ha un price earning di 9 e un EV / EBITDA di 5 mentre a livello di flussi di cassa scontati praticamente vale siamo a livelli infinitesimi di sottovalutazione.

 

Ricordiamoci che la società proviene da 10 anni ininterrotti di bilanci in utile. Insomma, se vi avanzano 500 euro in più in tasca potete tentare la fortuna, sicuramente avete più probabilità di vincere che giocare al Totocalcio.

 

 

Veniamo ora all’Italia dove con le dovute giuste proporzioni abbiamo un qualcosa che non era mai successo finora negli ultimi mesi: una azione sta rompendo i massimi storici. Si tratta di Digitouch che ha rotto i massimi del collocamento.

 

 

 

A livello di valutazione l’azienda inizia a essere tirata e benché abbia un margine operativo del 5% e mostri una crescita di fatturato ed ebitda nel corso degli ultimi 3 anni o c’è qualcosa che bolle in pentola o diciamo che gli spazi di apprezzamento con i bilanci in mano non sono molto ampi.

 

Vediamo però che i volumi non seguono i prezzi perciò sembra che chi ha comprato sul bottom non sia ancora uscito. Sicuramente una situazione esplosiva: o tanto bene o tanto male. Roba per cuori forti …



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