Ebbene sì, è finita la settimana più piatta dell’anno, quella di Ferragosto, e già si comincia a parlare di prospettive per settembre e l’autunno.
I mercati finanziari devono gestire due incertezze: quella politica, legata alle elezioni del 25 settembre, e quella economica, con l’inflazione e lo spettro della recessione.
Mi sono trovato a discutere con alcuni amici che vedono nell’inflazione il primo passo verso una crisi in stile 2007/08, con protagonista il sistema dei mutui e dell’immobiliare.
È vero che la storia si ripete, ma la finanza ha un pregio, impara dai propri errori, ma questo non esclude che non ne faccia di nuovi.
Ho provato a spiegare che il sistema di erogazione dei mutui immobiliari è profondamente cambiato in questi 15 anni, grazie a una pressione importante da parte dei Regolatori europei e nazionali.
Se questo è vero allora il sistema bancario non potrà che beneficiare del rialzo dei tassi che gli permetterà di aumentare i propri margini.
Io personalmente tengo sott’occhio le banche più grandi vigilate direttamente dalla Banca Centrale Europea come Bper, Banco-BPM, Intesa, Unicredit, le quali saranno anche protagoniste della prossima stazione di fusioni.
A proposito di fusioni c’è sempre il tema MPS, la banca ha bisogno di un aumento di capitale di almeno 2,5 miliardi e l’AD Lovaglio si è accorto che non è così facile recuperarlo sul mercato entro l’anno.
Cosa succederà?
Non è mistero che una certa area politica spinga verso la nazionalizzazione, oppure finalmente si decideranno a togliersi il problema cedendola a un grande gruppo.
Anche se sono anni che mi diletto con la magia non ho però la palla di cristallo dove leggere il futuro, però negli anni ho imparato a leggere un po’ i mercati e i suoi operatori.
Nei primi mesi dell’anno i grandi fondi di private equity, i quali si muovono solo con prospettive di grandi rendimenti, hanno investito circa 10 miliardi di euro sui settori tecnologico, farmaceutico e logistico.
Per l’autunno ci sono sul tavolo almeno un’altra decina di dossier legati a questi “settori caldi”.
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