Le principali banche di affari, insieme a Goldman Sachs, avevano costruito le proprie proiezioni macroeconomiche sotto l'assunzione che avesse vinto l'opzione Remain. Ora invece bisogna considerare che le nuove previsioni di Goldman Sachs in base ai cambiamenti di scenario prevendono un calo di 20 bp negli USA, di 10 bp in Germania e di altri 5 bp nel Regno Unito e in Giappone. Si prevedono anche cali a livello di PIL delle principali economie mondiali.
Goldmans Sachs si attende che la volatilità nei mercati dei bond periferici dell'area euro persista, amplificata da eventi locali politici (come le elezioni spagnole appena avvenute, oppure la risposta europea alla Brexit o il referendum sulle riforme costituzionali in autunno 2016). Riflettendo la presenza della BCE nei mercati obbligazionari via PSPP (che potrebbe essere potenziato e sbilanciato verso un maggiore acquisto di bond di paesi periferici), e il fatto che la maggior parte del rischio periferico è ora nelle mani degli investitori domestici, Goldmans Sachs non si attende che gli spread possano ritoccare i livelli (elevatissimi, ndt) visti prima dell'inizio del QE. Se utilizziamo lo spread BTP - BUND, Goldman Sachs sostiene che la soglia 200 bp rimane il limite superiore (160 bp venerdì scorso in chiusura). La struttura a termine dei tassi, continua sempre Goldman Sachs, rimarrà elevatta, sopra i 50 bp per scadenze tra 5 e 10 anni.
Uno dei fattori di rischio nell'area Euro rimangono le banche dei paesi periferici e data la dimensione del paese specialmente quelle in Italia. Il livello comparativamente basso di quity relativamente ai NPLs (non performing loans, i debiti incagliati) e le nuove regole di bail in (circa la metà dei 160 miliardi di bond subordinati sottoposti a bail in sono detenuti dalle famiglie italiane) rendono la situazione particolarmente delicata. Considerando che, in Italia, il Texas ratio (ovvero il rapporto tra prestiti incagliati e il capitale tangibile più le riserve per fronteggiare i debiti incagliati) sta a 117% o circa 3 / 4 volte di più che in Germania e Francia. Secondo alcuni media il Governo italiano sta studiando la possibilità di iniettare 40 miliardi di euro nelle banche italiane. Questa sarebbe, secondo Goldman Sachs, una somma molto importante, corrispondente a circa il 30% dell'equity a bilancio dell'intero sistema bancario. Se questo possa avvenire insieme ad una sospensione del bail in, che può provenire solo a livello europeo da Bruxelles, al momento attuale non è certo. Dal punto di vista del governo, se un tale ammontare di fondi fossero raccolti sui mercati, essi sarebbero un considerevole incremento (circa il 50%) delle emissioni prospettate nella seconda metà del 2016 e spingerebbero gli spread verso alto, facilmente verso la banda superiore di oscillazione che noi abbiamo fissato (200 bp). Ma non è chiaro ancora se tali capitali potrebbero provenire dal pubblico oppure via ESM (che sarebbe una forte forma di supporto ma che verrebbero con più stringenti condizioni sul rientro del debito). Sostanzialmente sono da evitare posizioni long sui BTP italiani nonostante gli attraenti spread.
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