Il Covid sta sensibilmente cambiando non solo la quotidianità individuale ma anche il modo di analizzare i mercati, infatti adesso, ma ancora di più nei prossimi mesi, dovremo cambiare le nostre strategie, che dovranno essere sempre meno basate sui fondamentali e sempre più sulle caratteristiche del settore di appartenenza e sulla rilevanza e capacità di traino in questo settore.
Siamo innegabilmente in un periodo di crisi, ma non dobbiamo dimenticarci che è l’etimologia greca della parola stessa a suggerirci di essere in un “momento di scelta”.
Uno dei settori da tenere sott’occhio nei prossimi mesi è sicuramente quello bancario in cui il perdurare dei tassi bassi e gli alti livelli di cost income hanno messo sotto pressione i bilanci spingendo adesso all’avvio della fase di riorganizzazione e consolidamento.
In questo panorama il first mover, proprio all’alba del lockdown, è stata Intesa-San Paolo con la sua OPS (offerta pubblica di Scambio) su UBI Banca con lo scopo di aumentare la propria rilevanza sul mercato italiano, ridurre la concorrenza e tirarsi fuori da richieste di salvataggio di banche italiche in difficoltà.
Come nelle operazioni di Factoring bancario il vero protagonista però è il terzo, cioè BPER Banca che acquisisce quasi 500 filiali (con tutti gli asset), prevalentemente localizzate nella ricca Lombardia e concentrate nelle provincie di Bergamo e Brescia con forte presenza di piccole e medie imprese.
La grande banca “regionale” si trova così a diventare, in un batter d’occhio, la terza italiana, proprio dietro a Intesa-San Paolo e Unicredit, il tutto senza l’incombenza di una vera fusione bancaria che si sarebbe portata dietro anche tutte le strutture centrali.
Per ora ci sono solo rumors sugli impatti economico-patrimoniali, senza alcuna ufficialità, però tra gli analisti l’idea predominante è che questa operazione possa portare un beneficio nei conti di BPER appena completata l’integrazione tra febbaio/marzo del prossimo anno.
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