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Panoramica sui dati macro USA ... torna a ruggire l'inflazione ?

Panoramica sui dati macro USA ... torna a ruggire l'inflazione ?

Pubblicato Gio 25 Febbraio 2021 - 20:00 da Arianna Mantovani Tag: Borsa

 

I mercati ruggiscono, ma l’economia miagola ancora.

 

L’ottimismo continua a dominare sovrano sui mercati azionari, spinto soprattutto dai prezzi del petrolio e dalla tecnologia.

 

Non solo, i rendimenti obbligazionari a lungo termine sono in aumento, mostrando una crescente domanda di fondi da parte di famiglie e imprese, così come ci si aspetta un aumento dell’inflazione, data dal graduale aumento dei prezzi.

 

Martedì il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha comunicato ufficialmente che i tassi di interesse rimarranno bassi ancora per parecchio tempo e questo ha scatenato il rally di Borsa, con gli investitori che ruggiscono dinnanzi alla rinnovata corsa della gazzella economica.

 

Si crede infatti che con l’avanzare della campagna di vaccinazione, con stimoli fiscali sempre più generosi e con tassi di interesse mantenuti al minimo in un contesto di forte domanda repressa di consumi, l’economia possa finalmente crescere insieme all’inflazione.

 

Come possiamo vedere dal grafico il processo di crescita dell’inflazione c’è, bisogna vedere se il graduale aumento dei tassi di interesse in una situazione dove la disoccupazione è ancora molto alta , possa realmente favorire un aumento  reale e sostenuto sul lungo periodo.

 

 

C’è chi addirittura crede che la ripresa economica potrà essere della stessa portata degli anni’20, con previsioni di mercato orientate ad un maggior consumo per  viaggi, matrimoni, nuove tecnologi e maggiori investimenti sull’energia elettrica da parte delle aziende che andranno a noleggio.

 

Il rally iniziato mercoledì ci mostra che gli investitori stanno lasciando da parte gli strumenti a basso rischio come i fondi indicizzati e si stanno sempre di più buttando su titoli rischiosi, grazie anche alla spinta di investitori  senza scrupoli che si riuniscono su piattaforme social, come Reddit, e consigliano investimenti al limite dell’azzardo, il caso Game Stop insegna.

 

Anche Bitcoin ha fatto un notevole balzo in avanti, rispetto ai minimi dello scorso anno, questo sia grazie al costante operato dei day trader sia grazie all’esortazione a comprare di note potenti personalità, come Elon Musk, il quale ricordiamo ha investito qualche miliardo di dollari nella cripto valuta B.

 

Ma cosa significa che i mercati sono ruggenti?

 

Potrebbe significare che le persone tendono,in un contesto favorevole di tassi al minimo, ad investire in un futuro migliore, osando più di quel che normalmente farebbero, per poi pentirsene.

 

Potrebbe significare che il mercato stia scontando una prospettiva futura rosea dopo la pandemia, nella quale i livelli di spesa torneranno alla normalità.

 

Se i mercati finanziari sono positivi circa la ripresa futura, la Federal Reserve rimane più cauta, motivo per il quale ha deciso di mantenere bassi i tassi di interesse, e prospetta un miglioramento economico che ha più il suono di un miagolio che di un vero e proprio ruggito.

 

Per quanto riguarda il mercato del lavoro, Powell ha espresso una certa preoccupazione circa la disparità tra tasso attuale e tasso di disoccupazione ampio, il quale tiene in considerazione diversi aspetti come: disoccupati e lavoratori sotto occupati e quelli marginalmente collegati ad essi. 

 

 

Come possiamo notare la situazione rispetto all’anno scorso è migliorata, ma prima che possa ritornare ai livelli pre pandemici ci vorrà ancora molto tempo, a fronte di aziende fallite e milioni di persone che hanno perso il lavoro, sarà uno strascico di non facile sanatura.

 

Il tasso di partecipazione alla forza lavoro, dato dalla somma tra occupati e disoccupati in età da lavoro non segna dati molto incoraggianti, rimanendo molto al di sotto della crisi del 2008.

 

 

L’occupazione rimane quindi un tasto dolente per l’economia Usa, che vede dati disomogenei e non del tutto soddisfacenti.

 

Infine se diamo un’occhiata al comportamento dei consumatori americani, vediamo che i cittadini hanno risparmiato più del loro reddito disponibile, più di quanto abbiano fatto nella crisi del 2001 e nella  grande crisi del 2008.

 

Questo fattore potrebbe farci porre qualche domanda sul fatto che finita la crisi pandemica i cittadini Usa siano propensi a spendere e spandere i propri risparmi.

 

 



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