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Perché conviene tenere a bocca chiusa quando non sai cosa dire

Perché conviene tenere a bocca chiusa quando non sai cosa dire

Pubblicato Lun 08 Aprile 2024 - 13:05 da Emilio Tomasini Tag: Borsa

La verità è che noi operatori della comunicazione finanziaria dovremmo starcene zitti quando non sappiamo cosa dire o non abbiamo chiare le cose. Il vero danno è parlare a caso. Intuisco che il mio silenzio nei giorni della pausa pasquale sia stata interpretata come un disinteresse verso i miei lettori. Ma è così che gira il fumo dell’informazione finanziaria e aveva ragione Oscar Wilde quando scriveva che un giornale è una bocca che deve rimanere sempre aperta ed è perciò inevitabile che dica sciocchezze. L’unico rimedio è che quando non hai niente da dire la tieni chiusa ed eviti non solo di far perdere tempo ai lettori leggendo delle baggianate ma soprattutto di fare dei danni patrimoniali.

 

Il mondo oggi che è  lunedì è completamente diverso da quello che era venerdì scorso ore 14.30. Il mantra del “poi vedrai che calano i tassi” è stato clamorosamente smentito, come sempre avviene sui mercati finanziari. E i piccoli pundit che avevano giocato tutto su questo aspetto seguendo la vulgata della comunicazione più bieca lo hanno preso in saccoccia.

 

Diciamo che quello che possiamo dire che è che i tassi prima o poi caleranno, un po’ come dire che non può piovere per sempre. Quando però non lo sappiamo. Per il momento il mantra è che negli USA l’economia vola e i tassi stanno alti perché se lo possono permettere mentre in Europa l’economia langue e forse li taglieranno prima che negli Usa.

 

Fine. Punto e a capo.

 

Godiamoci il rialzo.

 

I mercati europei dovrebbero iniziare quindi la settimana riprendendo la tendenza rialzista dei mesi precedenti, ad eccezione di un modesto ritracciamento tecnico in risposta alla delusione provocata dalla forza del mercato del lavoro negli Stati Uniti, la quale potenzialmente mette in discussione le aspettative di un primo taglio dei tassi da parte della Federal Reserve (Fed) a giugno.

 

Attualmente mancano catalizzatori significativi per un ritorno più vigoroso, con nessuna statistica di rilievo prevista negli Stati Uniti per lunedì. In Europa, si aspettano solo dati sulla produzione industriale di febbraio e sulla bilancia commerciale di gennaio in Germania, seguiti dall'indice Sentix sulla fiducia degli investitori e dalle vendite di case del quarto trimestre nell'area dell'euro durante la mattinata.

 

Il programma per il resto della settimana si preannuncia molto più denso, soprattutto a partire da mercoledì, quando verranno pubblicati nuovi dati sull'inflazione americana, con l'indice dei prezzi al consumo (IPC). Si prevede che quest'ultimo raggiunga il 3,4% su base annua nel mese di marzo, rispetto al 3,2% di febbraio, ma al 3,7% nella sua versione "core", escludendo gli elementi più volatili come il cibo e l'energia, dopo il 3,8% del mese precedente. Qualsiasi dato superiore alle aspettative del mercato rafforzerebbe l'ipotesi di un mancato taglio dei tassi da parte della Fed a giugno.

 

Il giorno successivo, giovedì, sarà il turno dei membri del comitato per la politica monetaria della Banca centrale europea di riunirsi per discutere, tra le altre cose, dell'andamento dei tassi di interesse. Se un mantenimento dello status quo sembra probabile, gli osservatori cercheranno, come sempre, indicazioni sul calendario per un futuro allentamento monetario. Anche in Europa, la data di giugno al momento sembra la favorita, almeno a differenza degli USA dove francamente il treno dell’economia tira come un toro e parlare di riduzione di tassi sembra davvero prematuro

 

La narrativa sul calo dei tassi è amplificata da certi indicatori che al di là dei dati sull’occupazione indicano un rilassamento della domanda di lavoro come il grafico che segue sulle intenzioni di assunzione dimostra:

 

 

Ma io sono sempre stato scettico su queste serie storiche perché è come farsi delle analisi mediche: più analisi mediche ti fai più è probabile che ti trovino qualcosa quindi fatti solo quelle importanti e vivi felice.

                             

Tecnicamente gli indici azionari hanno iniziato un movimento orizzontale che non sappiamo se attualmente si trasformerà oppure no in ritracciamento o cambiamento di direzione. A giudicare dall’indice italiano Ftse MIB 40 e dalla profondità del ritracciamento occorso per il momento non ci sono dubbi sulla ripresa del rialzo.

 

Per il momento …

 

 

 



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