E’ una tenaglia di tassi in salita (spinti dall’espansione del PIL e dall’inflazione) ed utili in calo negli USA. Che gli utili calino nel senso che diminuisca il tasso di crescita, pur sempre positivo, non è di per sé la fine del mondo e si chiama rallentamento. Però dire che la situazione sia da dormire tra due guanciali no.
Avevo detto che non avrei più scritto della crisi russo-ucraina, alcuni lettori mi hanno convinto a tornare sui miei passi ma davvero faccio fatica a esprimere un giudizio.
Il nostro portafoglio breakout è silente ed ora i lettori capiscono il perché. Se lo spieghi prima che i fatti avvengano pensano che sei fuori come un balcone. Se lo racconti dopo non se lo ricordano. Fa parte delle regole del gioco. Con i fatti e non con le parole non crediamo più ad un rialzo impetuoso.
La guerra (chiamiamola così senza ulteriori specificazioni) ogni giorno ci riserva una sorpresa negativa e di positivo ormai non vediamo più niente.
Speravamo prima dell’affondamento dell’incrociatore Moskva nel 9 maggio e nella fine delle ostilità in occasione della parata della vittoria ma qui la situazione può scappare di mano ad ogni piè sospinto e ha ragione Luttwack sotto questo proposito a sostenere che davvero siamo sull’orlo del baratro.
L’accendersi di tensioni in Transnistria e Moldova poi ci porterebbe la guerra in casa cioè in Romania.
Ma mi fermo qui.
Aggiorniamo le previsioni sul Ftse All Share: togliamoci ogni velleità di rialzo almeno per il presente (anche se rimane qualche speranza inutile per il 9 maggio però i russi dovrebbero occupare tutto il Donbass entro quella data e mi dicono gli esperti militari che sarebbe impensabile). Che inizino le ostilità in Transinistria significa che Odessa deve cadere e Odessa cadrà solo dopo un conflitto lungo e penoso.
La cosa che mi preoccupa è lo stallo di una guerra guerreggiata che dura anni senza che nessuna delle due parti riesca a prevalere. Quindi ci dobbiamo abituare a leggere i bollettini militari come le cronache di borsa.
Ma torniamo al nostro mercato: se oggi avremo una chiusura sotto il livello da noi indicato precedentemente come spartiacque tra rialzo e ribasso ovvero indicativamente sotto 26.000 del Ftse All Share allora andiamo direttamente al minimo di 23.000.
Se notiamo l’indicatore Mc Clellan è posizionato in modalità tutto sommato neutrale e quindi ha ancora spazio per un ulteriore ribasso.
Francamente non vedo un crollo, vedo un lento scivolare verso il basso con puntate rialziste di un certo rilievo.
E il portafoglio breakout è scarico … so fa so good. Abbiamo fatto le recenti operazioni (9 per l’esattezza) con il Nasdaq weekly che ci hanno regalato buone soddisfazioni e ancora ne verranno di queste operazioni.
E’ il classico gioco del rimbalzone …
La Borsa come diceva quel tale è aperta tutti i giorni e tutti i giorni ci sono delle opportunità.
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