Il discredito di cui si è coperta l’analisi tecnica “classica” è ormai unanime: il ciarpame di figure come il testa e spalla, i ritracciamenti di Fibonacci, gli indicatori RSI e Stocastico, eccetera è ormai diffuso ovunque. Viene ripetuto come un mantra dall’industria del trading on line che su di esso prospera: in fin dei conti sono concetti “vecchi” ed ormai radicati, speciosi, nel senso che sembrano logici ma in realtà sono inefficaci, e soprattutto danno l’idea che il trading sia una passeggiata. Cosa che aiuta ad aprire conti presso i broker. “Compra in ipervenduto e vendi in ipercomprato”: è questa la via della felicità. Tutto semplice, paghi 20 euro, il pacchetto di analisi tecnica giusto, il sito giusto, e sei un trader. Il broker è contento perché incassa le commissioni, il cliente è felice perché vive il suo sogno di facile ricchezza fino alla inevitabile delusione.
L’analisi tecnica “classica” è assimilabile alla medicina “non convenzionale”, a metà tra la stregoneria e la superstizione. Nella medicina “alternativa” nessuno si pone il problema della prova scientifica, le cure provengono dal nulla dell’autocelebrazione e sfruttano paure e speranze nascoste nell’animo umano.
Se il discredito è unanime sull'analisi tecnica classica però dobbiamo spendere qualche parola per giustificarla sotto il profilo storico. L'analisi tecnica "classica" si sviluppa come metodologia empirica alla fine del diciannovesimo secolo negli USA in una epoca dove non esistevano i computer e i dati non erano facilmente disponibili. Io stesso all'inizio della mia carriera nel settore finanziario (primi anni '90) ancora ricevevo dagli USA dei libroni (chart books) in cui c'erano i grafici giornalieri o settimanali o mensili delle azioni e dei futures. A destra del grafico su carta milllimetrata lo spazio per inserire a mano con la matita le nuove barre copiandole dal Wall Street Journal. Ogni mese arrivava il nuovo librone di Chart book e uno poteva cambiare titolo o futures e sceglierne un altro. Questo è il primo modo di fare analisi tecnica, quindi impossibile per quei tempi testare una metodologia o un sistema di trading. I primi test sono stati fatti a cavallo delle due guerre mondiali e se ne trova traccia nella letteratura accademica (soprattutto nell'American Economic Review).
Ma è solo con gli anni '90 la possibilità per tutti di testare i pattern dell'analisi tecnica con il pc e le serie storiche dei dati. E' quindi a far tempo da circa 25 anni che inizia a spaccarsi il corpus di quelle metodologie non necessariamente truffaldine ma spesso solamente spannometriche che andavano sotto il nome di analisi tecnica.
Purtroppo in questo frangente si è inserita una ulteriore esigenza di tipo commerciale all'interno del tormentato campo dell'analisi tecnica: l'industria finanziaria e soprattutto i broker debbono dare al pubblico l'idea di essere in controllo dei prezzi con metodologie facilmente replicabili anche se non oggettivamente provate. Per cui a tutt'oggi determinate metodologie dell'analisi tecnica completamente improvabili e improvate continuano a perdurare sui forum sui media e in internet al solo beneficio dell'industria finanziara.
Il concetto di scienza in queste tecniche fideistiche come Gann o Elliot come pilastro della società moderna scompare: la prova soccombe di fronte alla fede, il test statistico si annulla nella superstrizione, la cruda realtà dei numeri annega nella speranza.
L’analisi tecnica “moderna” è una metodologia di investimento che si basa su pattern ricorrenti sui mercati che vengono studiati statisticamente per valutarne la capacità previsiva con un normale processo di valutazione scientifica (robustezza, significatività, etc.). Ma è evidente sotto il profilo storico che questo è possibile se e solo se esiste un pc e una serie storica di dati.
La differenza tra analisi tecnica moderna e classica è tra la odierna medicina, basata sull’approccio scientifico alla realtà, e la medicina medioevale basata su preconcetti religiosi, ipotesi non provate, e superstizione.
Pioniere nel processo di demistificazione dell’analisi tecnica “classica” è stato l’analista tecnico Thomas Demark con il suo libro “The new science of technical analysis” (Wiley, 1994) mentre tra gli autori più recenti che hanno contribuito a calpestare l’analisi tecnica “classica” troviamo David Aronson con il suo illuminante tomo “Evidence Based Technical Analysis” (Wiley, 2006).
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