Prima dell’invasione russa in Ucraina avevo scritto delle buone prospettive per le banche europee in generale e italiane in particolare a seguito del rialzo dei tassi.
Infatti le banche, vivendo di margine di interesse, con il rialzo dei tassi posso aumentare i loro margini.
Poi la Russia ha invaso l’Ucraina (non entro nel merito) e il mondo occidentale ha iniziato a infliggere sanzioni economiche che però si riverberano sull’intero pianeta.
Vi ricordate quando in USA decisero di far fallire la banca d’affari americana Lehman Brother con l’obiettivo di “educare i banchieri” ma non avevano calcolato le interconnessioni della finanza mondiale?
Anche la stessa BCE, che dopo anni di osservazione stava finalmente osservando miglioramenti, inizia a fare le prime valutazioni sugli impatti geopolitici sul sistema bancario europeo.
Voci interne alle banche riportano che sono in corso dialoghi serrati con la supervisione europea nell’identificare sia le aziende con rapporti russi, sia quelle a maggior impatto “energivoro” che potrebbero essere influenzate dai nuovi prezzi dell’energia.
In questi giorni gli analisti delle principali banche d’affari hanno pertanto messo sotto la lente le principali banche italiane: Intesa Sanpaolo, Unicredit, Bper e BancoBpm.
Le nuove valutazioni infatti devono riflettere sia i rischi derivanti dalla crisi geopolitica senza però trascurare i potenziali vantaggi della ripresa dei tassi.
Da inizio della guerra in Ucraina i titoli bancari si sono ripresi dai minimi ed è consensus che ci sia ancora del potenziale dovuto ai segnali di aumenti dei tassi di interesse e riflussi di capitale.
Al momento non viene prevista una recessione in tutta l’Europa mediterranea, ma una crescita più contenuta, motivo per cui sono state riviste le stime in maniera più prudente per quanto riguarda la crescita dei prestiti, il patrimonio gestito e gli eventuali accantonamenti per i rischi.
Nonostante una riduzione dei target price sono generalmente confermate le strategie anche oltre che per BPer e BancoBPM, quasi esclusivamente concentrate in Italia, anche per Intesa Sanpaolo e Unicredit che hanno qualche interesse in Russia e nei paesi CEE, Central East Europe.
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