Dopo il crack la luce ? Nei giorni scorsi a fatica avevamo propeso per una soluzione non drammatica del caso greco che da martedì tiene i mercati con il fiato sospeso. Il ragionamento, espresso da un gestore su Alphaville del Financial Times, era che se cade il parlamento gli attuali deputati perderanno il seggio in considerazione del vantaggio elettorale che ha oggi la sinistra di Syriza nel paese. Quindi nessuna crisi oltre il 29 dicembre per questa semplice ragione italianeggiante.
Oggi Goldman Sachs con una nota riservata ai suoi clienti istituzionali scrive che:
"l'economia greca sta guadagnando momentum anche se il rischio finanziario è ancora presente perché il 2015 è l'ultimo anno in cui il bisogno finanziario del paese è ingente ... al di là dello spettro degli asset greci la domanda principale rimane se gli asset europei (come i paesi periferici ad esempi o l'euro stesso) e gli asset a livello globale saranno influenzati dalla crisi greca. Noi pensiamo che questo sia improbabile. Nel caso in cui pressioni derivanti da uno shock in Grecia dovessero colpire i paesi periferici in corso di assestamento finanziario (Irlanda e Portogallo), ci potrebbero essere accordi speciali per evitare la trasmissione dello shock dalla Grecia ad altri paesi. Inoltre, nella nostra visione delle cose, la BCE è possibile che si impegni in acquisti diretti di titoli di stato come parte della sua politica monetaria a partire dalla prima metà del 2015. Noi non pensiamo che la volatilità che proviene dalla Grecia possa influenzare le decisioni di quantitative easing. C'è naturalmente il rischio di un contagio maggiore, nel caso ad esempio la partecipazione della Grecia alla unione monetaria fosse ancora una volta messa in discussione. Ma noi pensiamo che questo sia un evento a bassa probabilità poiché la maggior parte dei greci è ancora favorevole alla partecipazione all'Euro e tutti i principali partiti politici in Grecia oggi pensano che il processo di integrazione monetaria sia irreversibile".
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