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BCE: mi stupisco di chi si stupisce

BCE: mi stupisco di chi si stupisce

Pubblicato Dom 12 Giugno 2022 - 22:01 da Stefano Bonini Tag: Borsa

Giovedì ero alla conferenza stampa di BCE ad Amsterdam e Christine Lagarde ha detto quello che tutti sapevamo che avrebbe detto, magari forse anche qualcosa meno.

 

Finalmente ha dichiarato che un po’ di inflazione c’è, dopo mesi che ad ogni conferenza stampa io e altri le domandavamo perché la sua era l’unica, tra le banche centrali più rilevanti, a non credere nell’aumento dei prezzi.

 

A fronte di questo ha annunciato un aumento dei tassi di 0,25 a luglio e un successivo 0,25 a settembre.

 

Niente di inaspettato, però venerdì le borse hanno chiuso in profondo rosso in tutta Europa, specialmente in Italia.

 

Se il matematico Lorenz nel 1971 chiedeva se possa “il batter d'ali di una farfalla in Brasile provocare un tornado in Texas” io oggi mi domando come sia possibile che l’aumento di un misero quarto di punto tra oltre un mese possa far sprofondare le borse.

 

Semplice, dopo 11 anni di Quantitative Easing ininterrotto e gli ultimi 2 di denaro a pioggia non siamo più in grado di guidare la bicicletta economica senza le rotelle di Francoforte.

 

Se osserviamo i titoli di Stato dei Piigs (da quanto tempo non utilizzavo questo termine) si nota un costante aumento degli spread a partire dallo scorso settembre, quando di fatto si cominciò a parlare di possibile inizio della normalizzazione.

 

Come sappiamo quando si parla di spread l’Italia è sempre sotto osservazione stante il nostro debito pubblico, e il fatto che Piazza Affari sia stata trascinata al ribasso dalle banche che hanno un certo attivismo negli acquisti di debito sovrano italiano.

 

Si prezzano le perdite a bilancio di quei Btp?

 

A questo venerdì si è aggiunta la presentazione del piano industriale di Bper che è risultato poco credibile con cedola da 1 miliardo e un taglio di 600 filiali con 3.300 uscite che ha fatto registrare al titolo un -13%.

 

In settimana sono uscite alcune indiscrezioni sul nuovo piano industriale di MPS che verrà presentato il 23 giugno e che dovrebbe prevedere circa 5.000 uscite, volontarie.

 

Probabilmente domani ci sarà un piccolo rimbalzo sul bancario, ma oramai è sotto gli occhi di tutti che il settore sia in profonda trasformazione e che il periodo di cura dimagrante sia ancora lontano dall’essere terminato.

 

Nelle prossime settimane, comunque, si deciderà l’evoluzione economica del nostro Paese: se l’inflazione verrà sostenuta da politiche legate ai salari oppure si deciderà di contrastarla scontando con un periodo di recessione.

 

Logiche elettorali e l’opinione pubblica guideranno la scelta?

 



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