Bitcoin e le sue sorelle: sono davvero a fine corsa?

Da oltre venti anni suono il basso elettrico e da circa cinque sono in un nuovo “complessino” rock a Milano.

Tra i componenti sono l’unico che di professione non fa il musicista, nonostante tutti sappiano, più o meno, quale sia il mio mestiere ma nessuno mi ha mai chiesto niente di finanza.

Settimana scorsa però, dopo le prove settimanali, il chitarrista mi chiede: “Stefano, cosa nei pensi dei Bitcoin? Se volessi comprarne un po’ come potrei fare?”

Qualche sera dopo ero a cena con un mio caro amico promotore/consulente finanziario per una delle più importanti banche italiane e mi ha detto che ha diversi clienti che gli chiedono informazioni sui Bitcoin e lui è un po’ in difficoltà perché non ne sa praticamente niente. 

Io non sono un grande fan dei Bitcoin ma in un Paese come il nostro, sempre agli ultimi posti delle classifiche di educazione finanziaria, è riuscito a far avvicinare alla finanza anche chi ne è sempre stato fuori portando tutti allo stesso livello.

Nel mentre la Federal Reserve americana ha pubblicato un documento che discute i pro e i contro di una potenziale valuta digitale della banca centrale statunitense (CBDC).

Sebbene il documento di 40 pagine non prenda posizione su alcuna politica specifica, aprirà la discussione tra la banca centrale e le parti interessate, oltre a sollecitare commenti pubblici.

L’Italia in generale è un po’ più indietro, però qualche Regione un po’ più illuminata si sta proiettando verso le monete elettroniche soprattutto per ampliare la conoscenza di questa nuova realtà.

Sebbene ci siano molte descrizioni di "valute digitali" a me piace suddividerle in tre categorie: CBDC, criptovaluta e stablecoin.

Nel caso delle CBDC, il governo è la controparte e si assume la responsabilità del denaro

Le criptovalute invece sono offerte non regolamentate come Bitcoin, Ethereum e Dogecoin, emesse da una rete e non da un'autorità centrale o da un governo.

Sono spesso molto volatili, ma possono anche essere scambiati con beni o servizi come le valute tradizionali.

Le Stablecoin sono molto simili alle criptovalute ma legano il proprio valore a qualcosa che già esiste.

Agganciando l'attività al dollaro, a un paniere di valute o a materie prime come l'oro, queste valute sono più radicate e riducono la volatilità.

Molti commentatori pseudo-finanziari negli ultimi giorni stanno evidenziando il crollo dei Bitcoin volendo sottintendere che oramai siano a fine corsa.

Si sono dimenticati però che sono oramai una realtà consolidata se Lo Houston Firefighters’ Relief and Retirement Fund, che ha in gestione 5,5 milioni di dollari e copre oltre 6.600 membri tra i vigili del fuoco attivi e in pensione ha deciso di investire una quota in Bitcoin.

Mi spiace dirlo ma, con la buona pace dei detrattori della prima ora, i Bitcoin e le sorelle saranno sempre più presenti sui mercati, nei portafogli e nelle strategie di investimento dei fondi.