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Fallimento di Celsius: la fine delle crypto?

Fallimento di Celsius: la fine delle crypto?

Pubblicato Dom 17 Luglio 2022 - 13:57 da Stefano Bonini Tag: Borsa

Sono convinto che il futuro della moneta avrà una dimensione tecnologica, ma non ho mai fatto mistero del mio scetticismo sull’attuale panorama crypto.

Negli ultimi anni in tanti hanno profetizzato sui Bitcoin & co., sono nate società e non erano ammesse critiche, Karl Popper (il padre dell’epistemologia moderna) avrebbe detto che la teoria delle crypto non è falsificabile.

 

Durante le lezioni di mercati finanziari più volte abbiamo toccato il tema Bitcoin e, con rigore scientifico, ho sempre rappresentato il concetto che non possono essere considerati né uno strumento né tantomeno un asset finanziario, perché non hanno alcun legame con nessuna attività economica.

 

Uno dei miei studenti mi ha detto che è chiaro che io la pensi così, visto che appartengo alla generazione della finanza classica legata alle azioni e alle obbligazioni (in realtà sono stato tra i primi in Italia a fare modelli di pricing di derivati esotici).

 

Al tradizionale pranzo di fine corso con i miei studenti uno di loro aveva la maglietta di Alex Mashinsky, fondatore di Celsius Networks (piattaforma di criptovalute), che riportava la frase “Banks are not your friends”. hy6

 

In settimana Celsius ha presentato richiesta di fallimento rivelando un deficit di 1,2 miliardi di dollari.

 

Ha dichiarato di aver affrontato la classica "corsa agli sportelli" degli investitori che correvano a ritirare le attività in mezzo alla "cryptopocalypse".

Una sorta di versione digitale della più tradizionale ragione di fallimento di una banca, un bel contrappasso.

 

La società ha 4,3 miliardi di dollari di attivo, a fronte di passività per 5,5 miliardi, ricordando che a un certo punto dello scorso anno la piattaforma di criptovaluta era stata valutata 3 miliardi di dollari.

 

Mi sono letto tutto il documento di 61 pagine di richiesta di Chapter 11 e ci sono le cose più classiche di un sistema para-finanziato non regolamentato.

 

Celsius ha consegnato 35.000 unità della valuta digitale Ether a una società chiamata StakeHound, che poi li ha persi a causa di un presunto errore da parte di una terza società che archiviava le risorse, Fireblocks.

 

Celsius ha anche preso in prestito da un privato tra il 2019 e il 2021, solo per scoprire quando ha cercato di rimborsare i soldi che il prestatore non è stato in grado di restituire la garanzia che Celsius aveva messo per garantire i fondi.

 

Il 12 novembre scorso, pochi giorni dopo che Bitcoin siglasse il nuovo massimo storico di circa 69.000 dollari, un totale di 108.886 indirizzi BTC registrava un saldo superiore a 1 milione di dollari, secondo i dati di BitInfoCharts.

 

Oggi, con il prezzo di Bitcoin che fatica a mantenersi al di sopra dei 20.000 dollari, risultano appena 26.284 gli indirizzi a riportare un saldo superiore al milione di dollari, il che significa che il numero di milionari è diminuito di oltre il 75% negli ultimi nove mesi.

 

A causa della crescente incertezza sulla stabilità dei mercati globali, molti analisti concordano sul fatto che il prezzo degli asset di rischio come Bitcoin potrebbe continuare a soffrire nel lungo periodo, anche a seguito della riduzione del costo di calo del costo di produzione, come sottolineato dagli analisti di JP Morgan.

 

Va però detto, che vista la natura volatile del Bitcoin, non è possibile fare previsioni basate su fondamentali, pertanto è necessario un continuo monitoraggio per poter cogliere eventuali cambi di tendenza.

 

  



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