È uscito il bollettino statistico della Consob relativo al 2020, documento particolarmente interessante perché rappresenta la prima vera fotografia ufficiale di cosa sia successo sui mercati finanziari italiani nel primo anno di pandemia.
Secondo i ricercatori della Consob l’effetto Covid nel 2020 ha fatto si che la capitalizzazione di Borsa facesse registrare una flessione “del 10,1% per effetto della diminuzione dei prezzi di mercato”.
Il rapporto fra capitalizzazione e PIL è sceso al 32% dal 33,1% dell’anno precedente, mentre il numero di società quotate italiane è aumentato di una unità a 382, per effetto delle ammissioni a quotazione su AIM (+6) e delle revoche su MTA (-5).
Interessante notare che al diminuire degli utili si registra un forte aumento dei flussi di cassa per “le società non finanziarie quotate su MTA (+580%) e per quelle quotate su AIM (+880,6%)”.
Analizzando il rapporto tra flussi derivanti dall’attività di finanziamento e di investimento si può evidenziare che le imprese di MTA ottengono maggiori flussi di cassa dalla attività di finanziamento mentre le imprese di AIM generano maggiori flussi di cassa dalla gestione operativa.
A fronte di questo viene da pensare che le aziende quotate su AIM si siano maggiormente rafforzate nelle attività core e questo potrebbe dare maggiore forza in fase di ripresa economica.
Al contempo, le banche quotate su MTA hanno registrato una forte riduzione della redditività e questo è stato, e sarà, il volano per favorire ulteriori le aggregazioni bancarie, che potrebbero essere annunciate anche prima dell’autunno.
Lo abbiamo visto in più sedi che con lo smart working e il lockdown molte più persone si sono avvicinate al trading e questo è confermato dalla Consob che ha registrato un aumento dei volumi di attività relativi alla prestazione di servizi di investimento esecutivi (esecuzione ordini +6,8%, ricezione e trasmissione di ordini +26,4%, negoziazione in conto proprio +21,7%).
A fronte di questa presa di rischio verso il trading gli italiani si mostrano grandi appassionati di attività liquide, in particolare per i depositi hanno fatto registrare un incremento del 7,3%.
In fine il bollettino statistico della Consob ci informa che sia SGR sia SIM mostrano una flessione degli utili, rispettivamente del 2,5% e del 9,3%.
Viene da chiedersi se gli italiani, avendo più tempo a disposizione a seguito dello smart working, abbiano iniziato ad accrescere la propria cultura finanziaria e iniziato a preferire un po’ di trading personale rispetto a gestioni “esternalizzate”.
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