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Consumi aumentati ad aprile, ma le famiglie hanno attinto a piene mani dai risparmi

Consumi aumentati ad aprile, ma le famiglie hanno attinto a piene mani dai risparmi

Pubblicato Mar 31 Maggio 2022 - 14:05 da Pietro Colacicco Tag: Borsa

 

Secondo gli economisti, l'inflazione sta colpendo soprattutto gli americani a basso reddito e li porterà a rinunciare agli acquisti discrezionali prima delle famiglie più ricche.

 

Nel mese di aprile i consumi delle famiglie statunitensi sono aumentati per il quarto mese consecutivo. Segnale, questo, di una flebile ripresa economica post-Covid. Tuttavia, allo stesso tempo, il tasso di risparmio è sceso ai minimi degli ultimi 14 anni. Molti americani stanno dunque attingendo dai propri risparmi per compensare gli aumenti dei costi dovuti all’inflazione.

 

Secondo i dati raccolti dal Wall Street Journal, la spesa dei consumatori è aumentata dello 0,9% il mese scorso. Sono cresciuti, in particolare, gli acquisti per i servizi e per le automobili. Il tasso di risparmio, invece, è sceso al 4,4% rispetto al 5% del mese precedente.

 

Il tasso di inflazione statunitense, molto osservato nell’ultimo periodo, ha subito un rallentamento per la prima volta quest’anno, rimanendo comunque vicino ai massimi degli ultimi 40 anni. I prezzi al consumo sono aumentati del 6,3% rispetto ad aprile 2021, ma sono in calo rispetto al +6,6% di marzo. Questi dati sono stati misurati dall’ Indice dei prezzi per la spesa per i consumi personali (PCE).

 

“Abbiamo finalmente raggiunto il punto in cui le famiglie stanno attingendo ai loro 4.000 miliardi di dollari di risparmi in eccesso”, il Wall Street Journal ha riportato le dichiarazioni di Stephen Stanley, capo-economista di Amherst Pierpont.

 

 

I dati inerenti consumi e inflazione hanno generato una crescita delle azioni nella giornata di venerdì, con tutti e tre i principali indici di mercato in crescita di almeno il 6% nell’ultima settimana.

 

L’indice dei prezzi PCE è la misurazione dell’inflazione alla quale la Federal Reserve dà maggior credito. I dati avevano mostrato come l’aumento di marzo fosse stato il più vertiginoso dal gennaio del 1982, mentre ad aprile si è registrato per la prima volta un calo dalla fine del 2020.

 

Come si evince dai verbali della riunione della Fed del 3-4 maggio, pubblicati mercoledì, i funzionari hanno discusso sulla possibilità di aumentare i tassi di interesse a livelli sufficientemente alti da rallentare consapevolmente la crescita economica, tenendo a bada così l’inflazione. 

 

 

Gli aumenti salariali non tengono il passo con l’aumento dei prezzi Nel mese appena trascorso il reddito personale è aumentato dello 0,4%, secondo i dati diffusi dal Dipartimento del Commercio. Nonostante ciò, al netto dell’inflazione, il reddito disponibile è rimasto piatto: segno che i consumatori stanno attingendo dai propri risparmi per effettuare acquisti.

 

I consumi, in generale, sono aumentati: +0,7% registrato per le spese personali ad aprile, con un aumento del 2,3% per i beni durevoli, dello 0,2% per i beni non durevoli e dello 0,5% per i servizi. La parte più consistente dell’aumento dei consumi per i beni durevoli riguarda l’acquisto di automobili e delle relative parti di ricambio, mentre sulla per i servizi hanno inciso la ristorazione, gli alloggi e i servizi di pubblica utilità. 

 

Ciò che emerge è che le famiglie più benestanti non sembrano particolarmente toccate dall’aumento generalizzato dei prezzi. Tendayi Kapfidz, capo-economista della U.S. Bank ha sottolineato che “I risparmi in eccesso sono piuttosto significativi. La gente li ha tenuti in contanti e in conti bancari - si legge sulle pagine del Wall Street Journal - “I mercati hanno subito un forte calo, ma il valore dei contanti è ancora al di sopra della situazione pre-pandemica”.

 

I consumatori a più alto reddito si possono dunque permettere di continuare a finanziare, per un po’ di tempo, le proprie spese discrezionali attraverso i risparmi. Discorso opposto per le famiglie a basso reddito. Queste ultime, sempre più, sembrano rinunciare ai consumi non necessari per non erodere troppo velocemente i risparmi di una vita. Per loro gioca a sfavore anche la maggiore difficoltà di accesso al credito rispetto ai più benestanti.

 

"Con l'inflazione che colpisce in particolare i generi alimentari e la benzina, i consumatori a basso reddito hanno praticamente finito di fare spese discrezionali con i loro risparmi", sono le parole di Amy Crews Cutts, economista e presidente di AC Cutts & Associates.

 

Tuttavia, l’aumento di prezzi non sta danneggiando la domanda in modo uniforme e in tutti i settori dell’economia. Ne è un esempio il settore dei servizi, in particolare nel campo dei viaggi, del tempo libero e dell’ospitalità, che si sta preparando a vivere un’estate di grande ripresa. Pesa in particolar modo il venir meno delle restrizioni applicate nel corso della pandemia e la voglia delle persone di tornare alla socialità (spendendo di più per viaggi, vacanze ed esperienze).



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