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Criptovaluta OneCoin: sotto il vestito niente

Criptovaluta OneCoin: sotto il vestito niente

Pubblicato Mar 08 Settembre 2020 - 13:33 da Ilaria Ferrari Tag: Borsa

ECCO L'INCREDIBILE STORIA DELLA CRIPTOVALUTA ONECOIN

 

Il puzzle della truffa OneCoin si sta lentamente componendo, ma manca ancora il pezzo più importante per chiudere il cerchio: la sua ideatrice Ruja Ignatova, ricercata per frode e riciclaggio dall’FBI, ha fatto perdere le sue tracce da ormai tre anni.

 

Ma andiamo con ordine.

 

OneCoin nasce nel 2014 a Sofia, in Bulgaria, con l’ambizioso obiettivo di rifondare l’economia e la finanza mondiale su una nuova criptovaluta, capace di raggiungere chiunque e ovunque nel mondo. Le promesse sono di guadagni stellari in breve tempo e, grazie alla carismatica fondatrice, gli investitori in OneCoin crescono esponenzialmente con il passare dei mesi. 

 

L’11 giugno 2016, in un evento tanto imponente quanto surreale alla Wembley Arena di Londra (https://www.youtube.com/watch?v=638_Jpp2Rq8), Ruja Ignatova, accolta sul palco da effetti pirotecnici sulla base di “Girl On Fire” di Alicia Keys, si dichiara convinta che nel giro di poco tempo OneCoin supererà Bitcoin e sarà la prima criptovaluta al mondo, ripetendo come un mantra “it’s just the beginning”.

 

 

L’intervento di Ruja Ignatova al Coin Rush Global Event, Wembley Arena di Londra, 11 giugno 2016

 

COME FUNZIONA VERAMENTE LA CRIPTOVALUTA ONCOIN ?

 

Partiamo subito con il dire che gli investitori in OneCoin non comprano una vera criptovaluta, quanto piuttosto dei pacchetti di moneta grezza (tokens). Questi, a distanza di un certo periodo non meglio specificato, permetterebbe di ottenere la criptovaluta OneCoin, secondo l’azienda destinata nel tempo ad uno stupefacente incremento di valore (si veda la tabella che segue) e capace di regalare rendimenti a quattro zeri. Insomma, tanto per cominciare, quella messa in piedi da Ruja Ignatova è una sorta di operazione di crowdfunding a sostegno del lancio di una nuova criptovaluta il cui successo è tutto da vedere.

 

 

MA COME SONO POSSIBILI QUESTI INCREDIBILI RENDIMENTI DELLA CRIPTOVALUTA ONECOIN ?

 

La risposta è quasi banale. OneCoin è una valuta digitale controllata da un’entità societaria (OneLife) che ne stabilisce anche il valore nominale, sulla base della quantità di moneta virtuale emessa e del supposto sviluppo della domanda. Inutile dire, tuttavia, che, anche se il progetto andasse in porto, fruibilità e convertibilità di una moneta così strutturata sarebbero nulle.

 

È chiaro che, a differenza di quanto viene fatto credere agli investitori, OneCoin poco ha a che fare con le criptovalute, per definizione paritarie e decentralizzate, la cui generazione si basa sui principi della crittografia e per le quali non c'è alcuna autorità centrale che controlli il “conio” e la loro diffusione.

 

Eppure, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, in circa tre anni gli investitori coinvolti sono stati oltre 3 milioni in tutto il mondo, per un totale di circa 4 miliardi di dollari. Come è stato possibile tutto questo? Per reclutare una tale miriade di persone non bastano i promessi rendimenti a quattro zeri legati all’investimento nella “criptovaluta”, serve un beneficio economico “reale” e immediato.

 

Ed eccolo servito: secondo una logica di multilevel marketing, OneCoin suggerisce di valorizzare l’investimento personale sviluppando una propria rete di vendita per diffondere la “criptomoneta”, che permetterà di ottenere una serie di bonus all’entrata di ogni nuovo aderente. Un gigantesco meccanismo piramidale che sta in piedi finché si amplia la base della piramide di malcapitati, ma destinato a crollare miseramente. A capo di OneCoin c’è Bernard Madoff in gonnella.

 

LA CRIPTOVALUTA ONECOIN SI SGONFIA

 

Nel 2017 gli organismi di vigilanza di diversi Paesi puntano gli occhi su OneCoin e avviano indagini, mettono in guardia gli investitori e in Germania intervengono addirittura con l’ingiunzione alla società di cessare la propria attività. In Italia, dove secondo OneLife i membri del programma sarebbero oltre 50.000, l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato multa la società per pratiche commerciali scorrette (https://www.agcm.it/dotcmsDOC/allegati-news/PS10550_scorrsanz.pdf). Attorno alla fondatrice di OneCoin ormai è terra bruciata e nell’autunno del 2017 Ruja Ignatova scompare nel nulla senza lasciare tracce.

 

Konstantin Ignatova diventa il volto pubblico di OneCoin dopo la scomparsa della sorella, ma è più sfortunato (o meno furbo) e nel marzo 2019 viene arrestato all’aeroporto di Los Angeles. Nel recente processo a New York, Konstantin ha raccontato che la sorella sarebbe riuscita a scappare perché, sospettando un tradimento amoroso da parte del suo amante, lo avrebbe sorvegliato scoprendo la sua collaborazione con l’FBI per incastrarla.

 

È stato davvero un colpo di fortuna a salvare la Cryptoqueen? Non è dato a sapersi. Quel che è certo, invece, è che Ruja Ignatova sembra essere l’unica sfuggita alla giustizia. Il suo amante si è dichiarato colpevole di frode telematica, riciclaggio di denaro sporco ed estorsione ed è in attesa di condanna. Il cofondatore di OneCoin, Sebastian Greenwood, è in attesa di processo per accuse di frode, e Mark Scott, un avvocato che ha lavorato per OneCoin, è stato condannato per il riciclaggio di 400 milioni di dollari. Konstantin Ignatov è in attesa di giudizio dopo aver raggiunto un accordo con la giustizia dichiarandosi colpevole di frode.

 

Del resto, il finale di questa storia da film era scritto fin dall’inizio. In una e-mail a Sebastian Greenwood, Ruja aveva illustrato la sua exit strategy: “Prendi i soldi, corri e incolpa qualcun altro...”!

 

 



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