A tre settimane dai massimi assoluti e dopo il ribasso più rapido della storia della borsa (in termini di velocità di discesa) andiamo a fare una disamina di quello che sta succedendo sul mercato italiano.
Prima però vorremmo soffermarci sulla velocità di discesa dei corsi azionari;
Non abbiamo raggiunto la più grande discesa, in termini assoluti, di tutti i tempi dai massimi di periodo, (nel 2009 l'indice ha ritracciato del 72% in poco meno di due anni) ma si è verificata la più grande velocità della discesa di tutti i tempi con la conseguenza che i sistemi di trading, tradizionali o automatici/algoritmici, sono saltati tutti.
Diamo alcuni dati del passato:
nella più grande crisi finanzia della storia recente ovvero 2008/2009
l'indice ftse mib ha ritracciato a dicembre 2007 del 19% in 25 giorni
e a marzo 2009 ha ritracciato del 34% in 20 giorni (ma questo era il botto finale della discesa dopo un quasi due anni di ribassi, da lì in poi ha iniziato a salire)
Oggi l'indice ha ritracciato del 41% in soli 16 giorni di borsa e non accenna a diminuire la sua corsa.
Tutto ciò è scaturito da qualcosa di mai visto prima, qualcosa di molto diverso anche dalla crisi finanziaria del 2008 che se pur gravissima rientrava nelle cose conosciute ai governanti e alle istituzioni finanziarie.
Oggi invece siamo di fronte ad un nemico sconosciuto che sta mettendo in ginocchio le economie dei paesi coinvolti con forti riduzioni della produzione e soprattutto con prospettive incerte.
Visto che l'Italia è ormai il secondo paese al mondo come contagi e vittime, dopo la Cina, sul mercato azionario italiano si è diffuso un vero e proprio panico.
La conseguenza di tale panico è la vendita praticamente indiscriminata di tutte le azioni del listino.
Vediamo questo in alcuni numeri.
Consideriamo le azioni quotate sul mercato italiano che hanno una capitalizzazione superiore a 25 milioni di euro.
Dai massimi dell'ultimo anno si ha che:
il 97% delle azioni ha perso più del 10% (praticamente tutte)
l'87% ha perso più del 25%
il 25% delle azioni ha perso più del 50% del suo valore
Tutto ciò è accaduto praticamente in tre sole settimane di calendario.
Non esistono quindi, sul listino italiano, azioni vicine ai loro massimi storici o massimi di periodo e anche azioni
molto forti storicamente come ferrari, poste, recordati, campari, amplifon, diasorin, snam, terna, e tante altre hanno avuto crolli molto evidenti
per non parlare di autogril che si è trovata (ed è ancora) ad un passo dai minimi del 2009.
ha perso il 63% dai massimi di periodo.
Le azioni che hanno perso di meno e quindi le più forti del periodo, tra quelle a più alta capitalizzazione, sono (dati al 15 marzo):
diasorin -12,32%
italmobiliare -12,61%
recordati -20,54%
inwit -23,5%
terna -27%
ferrari -27%
tamburi -27%
hera -28%
italgas -29%
Ci sono poi le azioni che hanno perso anche parecchio ma che non sono 'morte', diciamo quelle che hanno ritracciato dai massimi ad un anno meno del 40%.
Sono 118 e potrebbero essere monitorate nei prossimi giorni/settimane per capire se potrebbero essere oggetto di attenzione/acquisti appena la situazione si dovesse stabilizzare.
Tra queste, quelle che capitalizzano più di 500 Milioni sono:
ENEL
FERRARI
GENERALI ASS
STMICROELECTRONICS
EXOR
SNAM
TERNA
MONCLER
CAMPARI
NEXI
RECORDATI ORD
DIASORIN
UNIPOLSAI
INWIT
FINECOBANK
HERA
AEGON
PRYSMIAN
ITALGAS
ACEA
IREN
BB BIOTECH
BREMBO
BUZZI UNICEM
ENAV
INTERPUMP GROUP
ERG
REPLY
BRUNELLO CUCINELLI
CERVED GROUP
CREDEM
RAI WAY
ITALMOBILIARE
CAREL INDUSTRIES
MARR
ZIGNAGO VETRO
TAMBURI
SOL
CEMENTIR HOLDING
BANCA FARMAFACTORING
ASCOPIAVE
MUTUIONLINE
ANTARES VISION
Il panico degli ultimi giorni è testimoniato anche dall'aumento esagerato della volatilità delle azioni.
Questi i dati rispetto alla volatilità giornaliera a 5 giorni:
Solo il 9,8% delle azioni ha una volatilità giornaliera minore del 5% (ovvero 5% medio di oscillazione dei prezzi durante la stessa seduta di borsa).
In altre parole, più del 90% delle azioni sul listino italiano oscilla più del 5% durante il giorno.
L'82% oscilla più del 7,5% e il 64% delle azioni oscilla più del 10%.
Si capisce chiaramente che operare in questo tipo di mercato è veramente molto complicato per usare un eufemismo, molto più semplicemente si rischia, forte, di farsi male, molto male.
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