Lo aspettavamo da mesi e ci siamo: lo spartiacque tra rialzo e ribasso ovvero la tornata elettorale negli USA. Ma in realtà sono due gli eventi sul tavolo a togliere il sonno soprattutto a chi è investito al 100%. Il primo è che gli elettori americani si preparano a votare per il prossimo presidente, nonché per il rinnovo di un terzo del Senato e dell'intera Camera dei Rappresentanti, e il secondo è che la Federal Reserve terrà la sua penultima riunione di politica monetaria dell'anno.
Le elezioni del 5 novembre, per le quali oltre 70 milioni di persone hanno già votato anticipatamente (gli americani residenti all’estero, ad esempio alcuni miei famigliari che hanno la cittadinanza americana ma ora sono residenti in Italia hanno ricevuto le buste per la votazione con il consiglio dell’ambasciata USA di restituirle con il corriere “perché le poste italiane non funzionano”), sono argomento di discussione ovunque sulla stampa finanziaria con articoli della serie cosa succede se vince uno o se vince l’altra.
Questo perché nessun candidato emerge chiaramente nei sondaggi.
Il vero problema non è chi vince perché secondo diversi economisti – e secondo il mio pensiero per quel che mi riguarda - entrambi i presidenti hanno intenzione di continuare a drogare l’economia americana con una possente politica fiscale espansiva e quindi cambierà poco nei fatti. La vulgata corrente è che nel breve termine una vittoria di Kamala Harris potrebbe alleggerire la pressione sui mercati obbligazionari statunitensi e sui mercati internazionali, mentre un successo di Donald Trump potrebbe avere un impatto più marcato – e non necessariamente positivo – per l’euro e per i mercati europei, a causa della minaccia di nuovi dazi doganali.
Ma ripeto la mia view: non cambierà niente se non ci saranno contestazioni.
Comunque sarà divertente vedere che fine faranno i “trump trades” che sono stati sbandierati qui e là per mesi:
· Acquista Trump Media and Technology Group (DJT), che gestisce il suo social media preferito (un mio parente ne ha comprato 10.000 euro e ha triplicato … roba da non credersi perché non aveva mai investito in Borsa. Ora li perderà di nuovo tutti perché pensa di essere il genio della lampada)
· Acquista bitcoin, oro e dollaro
· Vendi titoli di Stato e peso messicano
· Acquista azioni del settore sanitario e carcerario; vendi azioni delle energie pulite
· Acquista azioni della difesa europea
· Acquista banche, specialmente quelle regionali
· Acquista azioni statunitensi vendendo quelle del resto del mondo
In realtà alcuni trade sono andati bene, altri da nessuna parti ed alcuni male e questo indipendentemente da Trump o non Trump.
Se ci saranno contestazioni aspettiamoci di tutto e quindi staremo a vedere ove vanno a finire i Trump Trades.
La decisione della Fed sulla politica monetaria, attesa per giovedì sera, rappresenta l’altro momento chiave della settimana. Gli scambi sui futures sui Fed funds indicano che il mercato prevede una riduzione dei tassi di interesse da parte della FED di 25 punti base, dopo il taglio di mezzo punto di settembre.
Per quanto riguarda l’SP500 io aspetterei la rottura decisa dell’area 5700 / 5600 prima di parlare della fine del rialzo:
in fin dei conti siamo arrivati sopra 5900 e l’obiettivo può dirsi raggiunto (non dobbiamo essere dei precisini in queste cose, anzi l’opposto se continuasse a salire sopra 6000 sarebbe “insano”).
Per quanto riguarda le azioni francamente dobbiamo stare calmi e aspettare le elezioni. Comunque debbo dire che ci sono alcune azioni che mi piacciono moltissimo:
BPER: ne parliamo da tempo, sta uncinando al rialzo appoggiandosi sopra il gap. Veramente interessante.
SAIPEM: il libro dei rimpianti per il meraviglioso breakout
TENARIS: idem con patate (anche se so che alcuni lettori l’hanno presa)
DE LONGHI: sta ritracciando, non facciamocela scappare se riparte
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