ESG: il “green” è davvero un nuovo driver di investimento o solo una moda?

L'ultimo decennio ha visto cambiamenti significativi nel modo in cui investitori e analisti percepiscono i rischi ambientali.

Un motivo potrebbe essere dato dalla puntuale informazione che i costi del cambiamento climatico hanno provocato: ad esempio i principali uragani o incendi, come quelli che hanno devastato California o Oregon nel 2019 e nel 2020.

In Europa, inoltre, sono nate molte nuove iniziative normative, come il piano d'azione della Commissione europea per la sostenibilità finanza, la tassonomia verde, ecc.

Tutte queste iniziative hanno lo scopo di migliorare la consapevolezza sul clima e incoraggiare i grandi investitori a prendere in considerazione l'ambiente tra i criteri per la costruzione del loro portafoglio.

Questa sensibilità verde ha portato molti banchieri a riunirsi e ideare iniziative ad hoc, come Climate Finance Leadership Initiative.

Su questa onda l’orientamento verso investimenti responsabili è notevolmente aumentato, come evidenziato da Eurosif, European Sustainable Investment Forum.

L’arrivo della pandemia ha amplificato questa tendenza rendendo l’ESG (Enviromental, Social & Governance) una componente rilevante dei rendimenti, ma quale è l’impatto delgreen sulle performance dei titoli.

Secondo Pascal BLANQUÉ, Group Chief Investment Officer di Amundi Asset Management, l’ESG è oramai un elemento imprescindibile nelle preferenze degli investimenti e ha stimato che porta con se un importante risk premium, circa +200 bps.

Non è ancora del tutto chiaro, però, se questo aumento del prezzo degli asset verdi rispetto agli asset convenzionali sia dovuto ad effettivi miglioramenti dei fondamentali degli asset stessi oppure sia solo frutto del cambiamento delle preferenze di grandi investitori, analisti e banche d’affari. 

Nel dubbio, prima di investire su un nuovo titolo diamo anche un occhio se hanno pubblicato il bilancio di sostenibilità.