Generali e Unipol: i nuovi poli delle strategie della finanza italiana?

Nelle scorse settimane gli analisti sono stati impegnati a suggerire di continuare a puntare sul settore finanziario, in vista dell’aumento dei tassi e di operazioni di aggregazione, avendo in mente il classico settore bancario.

In particolare gli occhi erano puntati su Orcel, il nuovo amministratore delegato di Unicredit, visto come il mazziere di una nuova stagione di risiko bancario.

In questo panorama, mentre eravamo tutti concentrati sull’acquisizione di Credito Valtellinese da parte di Credit Agricole Italia (Cariparma) e sulle possibili integrazioni tra BPer e BancoBPM, sullo spezzatino di MPS e sui mal di pancia su Carige, il Leone di Trieste e la storica assicurazione di Bologna hanno fatto due importanti mosse.

La prima ha annunciato un’OPA totalitaria su Cattolica Assicurazioni, mentre la seconda è salita al 9,01% del capitale della Popolare di Sondrio.

La mossa di Generali è stata accolta positivamente dal mercato, tant’è che gli analisti di Deutsche Bank, Equita SIM e IntesaSanPaolo si sono espressi alzando i target price.

In particolare è stato sottolineato che l’acquisizione consentirà a Generali di rafforzarsi nel business danni, dove diverrebbe il primo operatore, con una quota del 21%, mentre consoliderebbe la propria leadership nel Vita con una quota di mercato di oltre il 18%.

Diversi analisti hanno evidenziato che Generali potrebbe dover ritoccare il prezzo all’ultimo minuto, perché come già visto su UBI e CreVal il titolo di Cattolica sta scambiando sopra il prezzo di OPA.

L’operazione di Unipol invece è di diversa natura ed evidenzia l’interesse del gruppo assicurativo verso il mondo bancario andando a modificare un po’ di equilibri, tant’è che la rivista americana U.S. News & World Report ha titolato: “Unipol's Move Opens New Chapter in Italian Banking M&A Saga”.

Il timing della mossa di Cimbri non è casuale, infatti è avvenuta proprio quando il Consiglio di Stato ha confermato che la Banca Popolare di Sondrio dovrà trasformarsi in SPA entro fine anno.

Anche essere arrivati al 9% del capitale risulta essere strategico, infatti per superare il 10% serve l’autorizzazione di BCE, ma una volta che la banca sarà trasformata in SPA e senza altri soci pesanti nel capitale, già così Unipol potrà condizionare governance e strategie.

Secondo rumors di mercato, questa operazione andrebbe nella direzione di far diventare BPer (di cui Unipol è primo azionista) polo aggregante, magari includendo anche Carige e forse qualche asset di MPS, lasciando così a Unicredit la sola carta di BancoBPM.

Si prevede un autunno caldo nel mercato finanziario italiano, in cui ci potrebbe essere più di una operazione al rialzo.