Oggi, ultimo giorno del 2020… un anno che rimarrà negli annali e farà storia in ogni campo.
Si è trattato di un anno scandito da due fasi “polarmente” opposte: una negativa, sancita dal crollo delle principali borse mondiali a causa dei timori legati al coronavirus, e una positiva, dove siamo riusciti a convivere con il virus e a trarne anche qualche vantaggio.
Facciamo un piccolo passo indietro: febbraio 2020, incertezza senza precedenti e convinzione (o forse speranza?) che il virus potesse essere confinato nella sola città di Wuhan.
Quando si sono cominciati a registrare i primi casi in tutto il mondo, la reazione dei mercati è stata violentissima e abbiamo assistito poi a marzo a una delle correzioni più violente della storia recente dei mercati finanziari.
L’intervento della Federal Reserve, che ha agito con un tempismo senza precedenti abbassando i tassi e aprendo nuovi canali di liquidità, è stato provvidenziale. In poche settimane il bilancio del prestatore di ultima istanza americano si è espanso del 70%, di ben tre trilioni di dollari.
Più incerta è stata la risposta Europea, dove alcuni errori di comunicazione della BCE hanno contribuito a gettare i mercati nel panico, prima che Francoforte facesse frettolosamente marcia indietro, seguendo in grande stile l’esempio della banca centrale americana.
In ogni caso, anche da noi l’intervento è stato massiccio, con il bilancio della BCE che è circa il 60% del PIL europeo, ante Coronavirus era circa il 20% meno.
Anche se il Covid-19 non è ancora sconfitto, quest’anno ci ha insegnato quanto il ruolo di banche centrali e Governi sia cruciale e c’è consensus tra gli economisti che saranno entrambi ancora disposti a continuare il grande shock di moneta e ad alimentare i piani di stimolo.
Il settore della green energy, della mobilità sostenibile e del tech oltre essere i macro trend dei mercati finanziari di quest’anno sono stati anche i protagonisti indiscussi dell’attuale ristrutturazione del mercato del lavoro oltre che essersi dimostrati capaci di attrarre numerosi investimenti da parte di multinazionali e grandi investitori.
Zoom, il famoso software di remote Conferencing, quest’anno ha fatto registrare in borsa una crescita di oltre il 500%; Tesla, che da poco è entrata a far parte dell’S&P, ha fatto segnare un rialzo di circa il 700%, mentre la sua “rivale cinese” Nio, ha superato il 1.000%.
È abbastanza consolidata l’idea che il 2021 continuerà a essere caratterizzato dai titoli legati al tech, alla green energy e alla mobilità elettrica, però anche altri due settori potranno diventare nuovi protagonisti: quello della cannabis (di cui ho parlato in un recente articolo) e quello del gaming.
La pandemia globale ha mutato profondamente la quotidianità compreso l’intrattenimento, e costringendoci a restare molto tempo a casa ha fatto aumentare l’interesse e, potenziato di conseguenza, l’acquisito di videogiochi: IIDEA (l’associazione di categoria dell’industria dei videogiochi) ha stimato un incrementato di circa il 20% del settore e un raddoppio del tempo dedicato ai videogames per Pc e console.
I ricavi nell’industria, secondo gli analisti di NewZoo, sono destinati a crescere a doppia cifra nel prossimo anno sia perché in grado di adeguarsi alle più moderne tecnologie (ed adesso è in arrivo il 5G) sia perché capace di adattarsi ad ogni possibile scenario economico-sociale: l’Organizzazione Mondiale della Sanità (in collaborazione con alcune società del settore gaming) ha promosso nei mesi scorsi l’iniziativa #PlayApartTogether, per invitare tutti a trascorrere il tempo di pandemia a casa giocando on line.
Il 2020 ci ha ricordato che il futuro è di chi riesce a sfruttare i fattori esogeni imprevedibili, quale altro importante insegnnamento ci darà il 2021?
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