Solo speculazione piuttosto che lo scoppio di una bolla o il presagio di un disastro economico.
Questo è il referto del malato che finora è possibile sottoscrivere.
Per capire cosa sia successo dobbiamo fare un po’ di storia dei mercati finanziari.
E riassumere un po’ quello che scrive Jopn Sindreu del Wall Street Journal perché è un commento bene azzeccato.
Parliamo innanzitutto di cosa è successo lunedì nel Cboe Volatility Index, o Vix. Nelle prime ore del mattino, il Vix ha raggiunto 65,73, il terzo valore più alto mai registrato dal 1992, dopo la crisi finanziaria globale del 2008 e il crollo del Covid-19 del 2020. Alla chiusura del mercato, tuttavia, il Vix era sceso a 38,57, più vicino a una normale giornata negativa.
La differenza tra il massimo intraday dell'indice e la chiusura è stata la più grande di sempre.
Anche il picco del Vix è stato un record rispetto al livello massimo di volatilità effettiva registrata dall'S&P 500 durante la giornata. La disfatta è stata molto più virulenta tra i contratti di opzione che formano la base del Vix rispetto alle azioni effettive dell'S&P 500 che essi tracciano.
Tale disaccoppiamento – scrive il Wall Street Journal - suggerisce che le opzioni stanno guidando il resto del mercato: la coda sta scuotendo il cane.
Le opzioni non sono l'unico fattore dietro la soppressione della volatilità. Sulla stampa italiana e non si parla del caso dello yen giapponese e della presunzione diffusa per anni sul mercato che la Banca del Giappone avrebbe mantenuto i tassi di interesse permanentemente bassi.
Questa convinzione ha alimentato un colossale "carry trade".
Ma cosa è un “carry trade” ? Per anni, gli investitori hanno preso in prestito a tassi giapponesi stracciati per acquistare asset a rendimento più elevato denominati in dollari USA, comprese le azioni tecnologiche statunitensi. Quando i funzionari di Tokyo hanno deciso la scorsa settimana di stringere la politica monetaria per la prima volta in 17 anni, è seguita una frustata globale perché chi era rimasto impigliato in un “carry trade” che non era più profittevole e hanno dovuto vendere tutto quello che avevano in portafoglio.
Un crollo guidato da correnti sotterranee di mercato complesse come il “carry trade” – scrive il Wall Street Journal - è il tipo di crollo più benigno perché non riflette un problema economico più profondo. Il "lunedì nero" del 1987 si rivelò essere un episodio di breve durata, e anche la crisi russa del 1998 che fece crollare il Long-Term Capital Management non tenne giù i mercati azionari a lungo.
L'S&P 500 è sceso oggi dell'8,5% dal suo massimo storico in appena 14 giorni.
Un'analisi del Bespoke Investment Group – scrive il Wall Street Journal - mostra che tali rapidi sell-off sono rari, ma tendono ad essere seguiti da rendimenti fortemente positivi nelle settimane e nei mesi successivi. La svendita del Covid nel 2020 è stata un'eccezione, sebbene col tempo il mercato abbia messo in scena un potente rimbalzo.
Conclusione: quella che abbiamo visto finora è stata una tempesta estiva, un acquazzone agostano, un temporale che ci ha colto di sorpresa e come è iniziato così è già finito. I minimi sono quelli di ieri e ora piano piano (ci vorranno settimane) il mercato tornerà a correre. Poi se il minimo di lunedì verrà portato via dovremo scrivere tutta un’altra storia.
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