L'analisi tecnica "discrezionale" è come la magia !

Credo che siamo tutti d’accordo nell’affermare che la magia non esista, però nel linguaggio comune, così come in quello finanziario, spesso per indicare una persona esperts in qualcosa si definisca “mago” ed è piuttosto frequente sentir chiamare qualcuno “mago della finanza”.

Lo scorso fine settimana a Torino c’è stato il raduno nazionale dei “maghi” italiani, nel senso di illusionisti, alla Silvan o David Copperfield, non di figure mitologiche come Merlino o Harry Potter.

Dopo aver passato con loro un paio di giorni, posso affermare che, effettivamente, l’illusionista e l’analista tecnico “classico” nella definizione di Emilio Tomasini (ovvero quello che non usa formule per testare le sue strategie che sono completamente discrezionali) hanno davvero molto in comune.

Ogni prestigiatore all’interno del suo spettacolo ha sempre qualche effetto di previsione, e alla base del trading basato sull’analisi tecnica classica cosa c’è?

Proprio la previsione, in un caso si deve gestire e interpretare l’aspettativa del pubblico, mentre nell’altro dei mercati.

In uno spettacolo di illusionismo le previsioni si realizzano sempre, purtroppo non può essere così sui mercati finanziari.

Nelle loro performance c’è un’attenzione maniacale al linguaggio, perché ogni parola porta con sé determinate azioni e reazioni… credo sia incalcolabile la quantità di inchiostro utilizzata per descrivere la parola o sillaba utilizzata da quell’analista o economista per cercare di anticipare le mosse dei mercati.

Ho poi scoperto che, così come per i trader discrezionali, anche per i maghi, esistono delle competizioni con standard di valutazioni internazionali, però mi ha colpito come la tecnica di esecuzione sia solo uno dei cinque parametri di valutazione.

Proprio questo è il punto, nel mondo dell’economia, della finanza e dell’accademia ho letto, ascoltato e probabilmente scritto più di metodologia e tecnica da un punto di vista teorico che non di risultati prodotti.

Ecco che il trader non deve interessarsi troppo di tecnica per le previsioni in senso stretto, ma deve riuscire ad anticipare le mosse del mercato e credo che il prestigiatore abbia molto da insegnare, quando osservando lo spettatore cerca di interpretarlo per anticiparne le reazioni.

Mi piace finire questo parallelismo magia-finanza citandone un altro riportato in uno dei testi di economia dei mercati finanziari che maggiormente hanno segnato la mia formazione finanziaria, quello del prof. Franco Caparrelli: “nel gergo sportivo si dice che il giocatore di basket che c’entra a ripetizione il canestro ha la mano calda. […] In finanza […] non esiste la mano calda, nessun gestore è come Michael Jordan”. E questo purtroppo si applica a tutta quella finanza che non si basa sui numeri ma sulle impressioni e sulle opinioni.