Quando fai un giornale come questo vivi perennemente nell’ansia. Se anche gran parte dei buy sono di tipo quantitativo, se anche quelli più rischiosi non sono prettamente quantitativi ma hanno dietro un modello che da 450 azioni ne seleziona 60 su cui si entra dietro criteri precisi, alla fine l’ansia la fa sempre da padrona.
Perché con un mercato che sale con una lippa come questo il vero problema è non scegliere le azioni giuste, quelle che fanno filotto. Vero che da un lato è difficile perdere, ma è difficilissimo posizionarsi sui titoli corretti.
Esempio Brunello Cucinelli: lo abbiamo visto salire in un trend bellissimo che abbiamo perso (ma è normale, questa azione ha un grafico “rumorosissimo” e non sai mai quando finisce il rumore ed inizia il trend), poi ha congestionato e ieri ha gappato al rialzo del 6% per poi chiudere marginalmente in utile. Io mercoledì volevo comprare stop sui massimi proprio sotto il massimo relativo ma mi sono trattenuto. Un trade come quello che arriva dopo come la puzza non mi piaceva. E quando ha gappato del +6% mi sono dato del fesso. Ma mi sono sempre trattenuto dall’entrare. Ed oggi -6% dalla chiusura.
E lo stesso succede 1000 volte su Leonardo, Poste Italiane, Unicredit etc. etc.
Questo per dire cosa ? Che non basta comprare, bisogna comprare le cose giuste e soprattutto non bisogna avere paura di uscire dalle varie Banca Popolare Sondrio o Brembo o STM o Zignago Vetro che non vanno da nessuna parte. E spostarsi sui missili. E quando li trovi li cavalchi a morte.
Ma parliamo di cose serie: l’inflazione nel mondo non ribassa la testa, tutti hanno venduto la pelle dell’orso prima di averlo ucciso. E si vede soprattutto sul fronte delle obbligazioni, quelle a più lunga durata o i bond matusalemme, che l’aria si è fatta pesante con dei ribassi ieri che hanno lambito il trend al rialzo.
Le speranze di un'imminente riduzione dei tassi di interesse negli Stati Uniti sono state deluse. I dati pubblicati ieri mostrano un aumento dei prezzi alla produzione superiore alle aspettative nel mese di febbraio nel paese (+0,6% su base mensile nei dati generali, il doppio di quanto previsto). Questo aumento è attribuibile alla crescita dei prezzi dei carburanti e dei prodotti alimentari. Inoltre, un rapporto separato ha indicato che le vendite al dettaglio sono aumentate meno del previsto il mese scorso, solo dello 0,6% rispetto a gennaio (contro l'0,8% previsto dal consenso).
Tali statistiche non susciteranno l'entusiasmo della Federal Reserve americana, che probabilmente confermerà il mantenimento dei suoi tassi invariati al termine della sua riunione di politica monetaria del 19 e 20 marzo, e potrebbe procrastinare l'ipotesi di una prima riduzione dei tassi quest'anno. Tuttavia, la pubblicazione degli ultimi dati sull'inflazione ha messo in discussione questa ipotesi, ora sostenuta dal 62,9% (rispetto all'81,7% della settimana precedente). Le previsioni dei dodici membri del comitato di politica monetaria della Fed (dot plot) saranno osservate con particolare attenzione mercoledì prossimo. A dicembre, lasciavano intravedere una riduzione di 75 punti base entro la fine del 2024.
Per quanto riguarda il nostro indice siamo ormai indirizzati ai massimi dei massimi però a questi livelli ci starebbe bene un ritracciamento. Ritracciamento che forse oggi è già cominciato, anche se in forma davvero speciale se non lieve.
Su molti titoli aspetto il ritracciamento per entrare, farlo ora con prezzi tirati su al rialzo sarebbe troppo pericoloso.
Ma andiamo con ordine:
AZIMUT: ha finalmente uncinato, compriamo 25.26 stop con BUY UFFICIALE; questo è l’esempio di una azione che ha ritracciato pesantemente e solo per ragioni tecniche. Se fossero tutte così sarebbe da comprare tutto il mercato …
BANCA MEDIOLANUM: siamo sul massimo dal 2009 ad oggi e ci chiediamo se abbiamo davanti la parte speculativa del rialzo
DE’ LONGHI: portiamo il trailing stop a 31.78
MARR: spettacolare trappola per orsi con falsa rottura al ribasso ed accumulo: sopra 12 ogni segnale è buono
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