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Le ombre della stagflazione spaventano gli economisti

Le ombre della stagflazione spaventano gli economisti

Pubblicato Lun 02 Maggio 2022 - 13:36 da La redazione Tag: Borsa

Le tasche degli americani sono più vuote rispetto al periodo pre-Covid.

 

Intanto il Wsj boccia la linea Biden di Pietro Colacicco

 

L’economia statunitense non sta attraversando il suo momento migliore, il suo PIL ha infatti registrato un decremento dell’1,4% nel primo trimestre del 2022. Si tratta del primo calo dalla recessione dovuta alla pandemia durante la prima metà del 2020. Gli economisti si chiedono se questa situazione sia soltanto transitoria oppure il segnale di una stagflazione - o recessione - in arrivo.

 

La contrazione è in gran parte attribuibile allo spostamento delle scorte e al calo delle esportazioni legato all’attuale situazione geopolitica.

 

Unica nota positiva: sia la spesa dei consumatori che gli investimenti delle imprese sono cresciuti nel corso del trimestre.

 

La sbagliata previsione di Wall Street e il pericolo stagflazione

 

Il calo del PIL ha colto di sorpresa quasi tutti gli economisti di Wall Street.

 

Le previsioni, di comune accordo, andavano verso una crescita di almeno un punto percentuale. Invece così non è stato. È cosa nota (perché lo vediamo anche in Europa), inoltre, l’aumento generalizzato dei prezzi. In America, l’indice dei prezzi del PIL è aumentato dell’8% rispetto al 7,1% dello scorso trimestre. La combinazione tra crescita lenta e inflazione rappresenta uno degli incubi più grandi per gli economisti ed è nota come stagflazione. Una cosa che gli americani più giovani non hanno mai sperimentato.

 

I consumatori statunitensi più poveri dopo la pandemia

 

Un altro fattore che desta preoccupazione è la diminuzione, costante nell’ultimo anno, del reddito reale disponibile.

 

Come indica la tabella in seguito, i sussidi governativi erogati durante la pandemia ha prodotto un’impennata del reddito disponibile all’inizio del 2021.

 

Ma sia le risorse provenienti dal welfare, sia quelle dovute agli aumenti dei salari, sono state di fatto sovrastate dall’inflazione crescente.

 

Ecco perché, secondo diversi sondaggi, gli americani si dichiarano insoddisfatti della situazione economica nonostante l’aumento del tasso di occupazione.

 

 

Gli americani si sentono più poveri e stanno spendendo i risparmi accumulati nel corso della prima parte della pandemia.

 

Il tasso di risparmio è sceso al 6,6%, rispetto al 7,7% del passato trimestre.

 

La preoccupazione è che si possa arrivare a un deciso calo di consumi, col rischio di una recessione.

 

Di seguito il grafico dell'andamento del PIL: tutti si aspettavano un +1% e ci siamo ritrovati con un -1.4% della serie le previsioni rimangono sempre e comunque scritte sull'acqua:

 

 

L’editoriale del Wsj critica la politica economica di Biden

 

Nell’ultimo editoriale firmato dalla redazione del celebre Wall Street Journal, c’è un messaggio nemmeno troppo velato alla linea politico-economica dell’attuale governo statunitense.

 

L’invito è quello di evitare qualsiasi decisione politica che influisca sulla crescita: “anche la maggior parte dei keynesiani sanno che, quando l’economia rallenta, è il momento peggiore per aumentare le tasse”.

 

Secondo il Wsj, Joe Biden non è di questo avviso.

 

A testimonianza le dichiarazioni dello scorso giovedì, quando il Presidente degli Stati Uniti ha dato la colpa per la contrazione del PIL a “fattori tecnici” e ha detto che l’economia del Paese continua a resistere nonostante le sfide storiche.

 

Il governo Biden sarebbe dovuto essere quello di un ipotetico boom post-pandemia.

 

Invece, secondo i giornalisti del Wall Street Journal, si sta concentrando troppo sulla parte inerente i diritti senza calcolare il rischio di un fallimento economico che si profila all’orizzonte.

 

L’attuale esecutivo americano avrebbe dunque la sua parte di colpa per quanto riguarda l’aumento dell’inflazione e la diminuzione della crescita.

 

Secondo il Wsj gli elettori “ansiosi e frustrati” potrebbero decidere di buttare i democratici fuori dal Congresso.

 



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