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Lo stimolo della discordia: e se spingere l'economia USA oggi fosse sbagliato ?

Lo stimolo della discordia: e se spingere l'economia USA oggi fosse sbagliato ?

Pubblicato Mar 09 Febbraio 2021 - 00:09 da Arianna Mantovani Tag: Borsa

A seguito dell’approvazione del  pacchetto  di stimoli da 900 miliardi di dollari per fronteggiare l’emergenza pandemica approvato dal Congresso Usa a dicembre,  ci si chiede se il nuovo piano di aiuti, preparato dall’amministrazione Biden,  che aggiungerebbe un ulteriore trilione di gettito fiscale nell’economia americana, in ripresa,  potrebbe comportare più rischi che benefici.

 

Ad aprire le fila del contropiede al nuovo piano finanziario sono tre  economisti di tutto rispetto: Larry Summers,  ex Segretario al Tesoro della presidenza Clinton , Jason Furman, economista di punta di Barack Obama e Phil Gramm, ex senatore ed economista del Partito Repubblicano (GOP).

 

Aumentare la domanda dei consumatori americani in un momento storico come questo a detta loro potrebbe essere assai rischioso e fuoriluogo, ma scopriamo il perché secondo un articolo di Phil Gramm e Mike Solon pubblicato sul Wall Street Journal dello scorso 2 febbraio. 

 

Iniziamo ad analizzare in prima battuta i recenti dati macro economici: nonostante il rapporto sull’occupazione a gennaio abbia deluso le aspettative con solo 49.000 nuovi posti prodotti , si deve considerare il fattore delle chiusure; infatti i maggiori danni al mercato del lavoro sono stati proprio prodotti dalle chiusure e dai vincoli dell’offerta  imposti  per fronteggiare l’emergenza Covid 19.

A novembre e a dicembre 2020 sono stati persi complessivamente 159.000 posti di lavoro a causa della chiusura delle attività.

 

Il settore manifatturiero a gennaio ha registrato una perdita di 10.000 posti di lavoro e tra i settori più colpiti  ci sono: case di cura con 31.000 posti persi, assistenza sanitaria domiciliare con 13.100 posti persi, trasporti e magazzinaggio con 27.800 posti persi, negozi di merci generiche  con 30.500 posti persi e vendita al dettaglio on line con 14.800 posti persi.

 

Inutile dire che questi settori sono alla disperata ricerca di nuovi dipendenti da mettere a libro paga ma questo comprensibilmnete viene ostacolato dagli assegni privati messi a disposizione del governo e dai benefici di disoccupazione aumentati fino a metà del prossimo mese, disincentivando i lavoratori disoccupati a cercarsi un lavoro; perché farlo se si guadagna di più facendosi mantenere dallo stato?

 

Se la ratio del governo Biden sui nuovi stimoli è quella di usare come giustificativo della spesa di 1,9 trilioni di dollari la comparazione dello stato attuale dell’economia Usa con la crisi economica del 2008, ( allora l’amministrazione  Obama spese 800 miliardi di dollari), forse qualcosa non va.

 

La crisi che dovette fronteggiare Obama  era paradossalmente più grave di quella attuale, con un picco di disoccupazione che nell’ottobre del 2009 toccò quota 10%, mentre ora il tasso di disoccupazione è sceso al 6,3%, tasso che Obama non raggiunse fino al 2014; anche il tasso di disoccupazione della minoranza afroamericana allo stato attuale è migliore rispetto a quello raggiunto nei primi 79 mesi della presidenza Obama.

 

Per non parlare dello stimolo alla spesa;  se paragoniamo i due momenti storici, recessione 2008-2009 e pandemia, sono stati spesi di gran lunga molti più soldi per fronteggiare il virus, facendo aumentare di molto le entrate dei trasferimenti personali (1,1 trilioni nel 2020), i risparmi personali  (aumentati del 33,7% dopo l’approvazione del Cares Act), anche il tasso di insolvenza sui mutui è calato drasticamente con uno 0,7% nel terzo trimestre  2020 rispetto al 7% del primo trimestre del 2009.

 

I salari stanno aumentando sensibilmente a causa della maggiore offerta,  data dalla perdita di posti di lavoro e dalla competizione per assumere lavoratori,  tanto che a dicembre 2020 la retribuzione complessiva dei dipendenti aveva superato i livelli di febbraio 2020. Dopo la recessione del 2008-2009 ci sono voluti quasi tre anni per raggiungere questi risultati.

 

In aggiunta a ciò una recente stima del  Comitato per il bilancio della Camera ha evidenziato che non sono stati spesi 1 trilione di dollari dal piano di stimolo dello scorso anno, soldi che quindi sono ancora disponibili per essere spesi.

 

Come si può notare il quadro complessivo dell’economia americana allo stato attuale si presenta molto più roseo rispetto agli anni della recessione del 2008-2009 e per questo motivo è legittimo chiedersi  se un ulteriore stimolo economico possa essere adeguato a fronte di un’economia pronta ad un forte rimbalzo.

 

Che non sia più ragionevole spendere tutti quei soldi per accelerare la campagna vaccinale e sostenere i lavoratori a basso reddito?

Se il piano Biden verrà approvato, l’amministrazione corrente avrà già speso l’equivalente del  15% del Pil per rispondere ad un’emergenza già in forte attenuazione.



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