Non è il mio mestiere ... un lettore ci scrive

Gent.mo dott. Tomasini,

ho appena letto il suo rendimento fondi e ho trovato l'articolo molto interessante e, per quel che vale la mia opinione, condivido di massima il ragionamento sui fondi absolute return, ma perchè non tentare qualcosa in più?

Oggi le performance a 3 anni degli absolute return rispetto ai fondi azionari sono di tutto rispetto, ma nei momenti di mercati al rialzo la differenza potrebbe essere sensibilmente a favore dei fondi azionari.

Lei presenta entrambi i portafogli e lascia il lettore scegliere in base alla propria propensione al rischio.

Perchè non aggiungere un portafoglio che sia un mix di entrambi con esposizione (da 0-100 in uno o entrambi gli asset)? Aumenterà un po di più la volatilità/rischio ma potenzialmente potrebbero aumentare i rendimenti.

A questo punto lei potrebbe dirmi che non ho capito il senso del suo articolo mensile sui fondi absolut...meglio lasciar fare a loro....

E poi i tempi di operatività non possono essere quelli previsti per ETF ed azioni e lei si esporrebbe ad errori, e potenziali critiche da parte dei lettori, ma se i patti sono chiari potrebbe dare soddisfazioni ad entrambi.

Le va di raccogliere la sfida o ritiene che sia una sfida persa in partenza?.

Grazie per l'attenzione e buon lavoro.

Lettera firmata

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Caro lettore,

condivido al 100% quello che Lei scrive. Ma non è il mio mestiere. Il mestiere che noi possiamo fare con l'Indipendente di Borsa è quello di fare un ranking dei fondi di investimento che hanno dei particolari criteri di redditività e di rischio. E' un mestiere che si addice ad un giornale, come siamo noi, di fatto e di diritto. E siamo in buona compagnia, come l'Investors' Business Daily, come Milano Finanza o la defunta e compianta Borsa & Finanza, come tanti altri organi di informazione che diffondono ranking, idee, strumenti.

Poi ci sono gli altri lavori, che Lei conosce benissimo: e sono i lavori del promotore finanziario, del consulente finanziario, del private banker, del gestore. A questi signori che fanno lavori rispettabilissimi e francamente durissimi spetta il compito di valutare le esigenze di rischio e di rendimento dei clienti e di proporre portafogli adatti alla bisogna.

Io non faccio questo mestiere e non lo voglio fare. Non per ragioni di tipo legale o economico, ma semplicemente perché io non sono nato per fare informazione, informazione specializzata di Borsa e piacevolmente il resto lo faccio fare agli altri. Io collaboro con Gotta e Demaria per la consulenza finanziaria nel senso che abbiamo sviluppato modelli insieme, ma io allo sviluppo dei modelli mi sono fermato. Di tutto il resto non ne voglio sapere: posso contribuire con una opinione, con una analisi di mercato, con una ottimizzazione dei modelli ma niente di più.

E le dirò che non ho nemmeno il physique du rôle per fare il consulente per il semplice fatto che mi immedesimo troppo nei bisogni del cliente e nelle sue angosce e non sarei freddo a vedermi davanti qualcuno che mi chiede cosa fare mettendomi nelle sue scarpe perché io nelle sue scarpe mi comporterei iinevitabilmente in maniera diversa da quello che mi comporto nelle mie scarpe. E questo mi crea un conflitto interiore che non so risolvere.

Ma sono fatto così e a 48 anni è troppo tardi per cambiare  mestiere. Diceva Enzo Biagi che la onestà è quella cosa che ti ha insegnato la mamma da piccolo e poi non ti molla più.

Cordiali saluti

Emilio Tomasini