Ogni giorno che passa sui mercati hai a che fare con una bambocciata, grande o piccola che sia ma è una bambocciata.
Ieri sera il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha riconosciuto che le proiezioni pubblicate a settembre lasciavano intravedere possibili riduzioni dei tassi di un quarto di punto nelle due prossime riunioni, a novembre e dicembre. Tuttavia, ha avvertito che il Comitato di politica monetaria prenderà le decisioni sulla base di informazioni che non ha ancora ricevuto. "Il Comitato non ritiene che ci sia urgenza a ridurre rapidamente i tassi", ha dichiarato Powell durante un evento organizzato dalla National Association for Business Economics. "Saremo guidati dai dati che ci perverranno. Se l'economia rallenterà più del previsto, potremo abbassare i tassi più rapidamente. Se rallenterà meno del previsto, potremo ridurli più lentamente".
Come dire che se l’acqua bolle allora scotta, la cosa incredibile che i giornaloni finanziari riportino scemenze come questa.
Eppure l’SP500 è riuscito ieri dopo la bambocciata a risalire la china e chiudere sui massimi.
Con la chiusura dei mercati cinesi per una settimana in occasione della Festa Nazionale, gli investitori non potranno contare sull'impulso fornito dalle misure economiche di Pechino per ripartire.
Ma la vera bomba di oggi è l’inflazione che è stata comunicata in mattinata: il tasso di inflazione annuale nell’area euro a settembre è calato a 1,8% dopo 2,2% ad agosto. È la stima flash di Eurostat. In Germania l’inflazione a settembre è calata a 1,8%, in Spagna a 1, 7%, in Francia a 1,5%, in Italia a 0,8%. Gli indici dei prezzi al consumo sono quasi ovunque scesi sotto il target del 2% fissato dalla Banca Centrale Europea, rendendo più concreta la possibilità di un taglio dei tassi d'interesse il prossimo mese con uno spostamento dell’attenzione della BCE verso la crescita piuttosto che nel controllo dei prezzi.
Gli economisti di Goldman Sachs, JPMorgan, T Rowe Price e BNP Paribas hanno anch'essi rivisto le loro previsioni, indicando che una riduzione il 17 ottobre è probabile. Gli indici PMI, in contrazione nelle stime preliminari, rappresentano un "campanello d'allarme" per la BCE.
E a proposito di previsioni la Goldman Sachs ha copiato Tomasini: Sp500 a 6000 nel 2025, in realtà secondo Tomasini ci arriva molto prima e in concomitanza al massimo con le elezioni USA.
Gli investitori prevedono che la Fed ridurrà i tassi di circa 75 punti base entro la fine dell'anno, secondo i mercati a termine, il che implica un ulteriore taglio significativo (di mezzo punto) in una delle due ultime riunioni del 2024.
A livello di mercato italiano noto che vi sono moltissime azioni che stanno caricando con volumi che non si vedevano da anni: Aeffe, Brunello Cucinellli, Campari, e tanti altri che non basterebbe questo articolo a citarli tutti.
Dispiace che le azioni che sono più hot sono bancari e assicurativi, ma del resto sappiamo che in Italia o compri banche o compri banche.
Ma rompiamo gli indugi e piazziamo qualche buy:
GENERALI: compriamo 26,18 stop sperando che la congestione lunga in cui è inserita venga rotta al rialzo e non al ribasso. Invece di comprare i massimi della congestione compriamo un po’ più basso perché in questo modo lo stop loss è vicino e lo piazziamo a 25,45. Target ci penseremo.
MONTE DEI PASCHI: esattamente uguale a tutti gli altri bancari, compriamo 5,24 stop e stop loss 4,869. Obiettivo molto in alto se rompe il triangolo.
Ci piacciono moltissimo:
FERRETTI: già oggetto di un trade sfortunato la vendetta la dobbiamo pregustare, al prossimo uncino o congestione entriamo. Volumi bomba
INTESA SAN PAOLO: uguale ad Unicredit
UNICREDIT: stesso pattern di generali, siamo sui massimi, stiamo pronti
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