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Prima o poi mi verrà l'infarto ...

Prima o poi mi verrà l'infarto ...

Pubblicato Ven 03 Ottobre 2014 - 15:19 da La redazione Tag: Borsa

Una di queste volte mi verrà l'infarto.

 

Si lo confesso ... l'aria che tirava sui mercati fino a ieri era un po' pesante, e non a livello di grafici. Pur essendo un convinto praticante della finanza quantitativa so per esperienza che a volte i dati macro li annusi nell'aria o meglio i mercati li annusano nell'aria e se non sei pronto a seguire l'onda puoi farti del male. E io personalmente sto in pena per il lettore, so che molti mi seguono e mi apprezzano e quindi ho una responsabilità di tipo "sociale" come imprenditore e come giornalista. E la responsabilità pesa, perché cerchi di fare il meglio ma spesso il meglio che esce è meglio di quello che fanno gli altri ma non è il meglio che vorresti da te.

 

Ieri facevano i conti in amministrazione che qualche centinaio di abbonamenti percepiti nel 2014 i non rinnovi sono stati 12 e sono sicuro che se ricordassimo loro di rinnovare in gran parte semplicemente o hanno avuto problemi personali o si sono dimenticati. E questa è una soddisfazione. Il rovescio della medaglia è che in certe situazioni stai male perché non sai cosa fare / dire / scrivere.

 

E a forza di stare troppo male prima o poi mi verrà l'infarto.

 

Facciamo un passo indietro giusto per spiegare ai lettori cosa è successo negli ultimi mesi. Fino a primavera 2014 ci siamo visti il più bel rialzo azionario in circolazione dal 2007 ad oggi, spinto da una economia USA finalmente scoppiettante e l'aspettativa che prima poi anche la BCE avrebbe copiato il percorso della FED aumentando gli attivi della banca, che rimanevano incredibilmente al palo, mentre quelli di FED e BOJ volavano nel cielo. E Draghi ha assecondato questo pensiero che giaceva nella mente degli operatori con le parole e con i fatti. E pubblico di seguito un grafico di Goldman Sachs che è eloquente: guardate il loro indice proprietario sulla condizioni finanziarie e guardate gli andamenti contrapposti di Europa e USA. guardando il grafico dell'SP500 e quello di cosa ha fatto la Fed e l'indice Eurostoxx e quello che ha fatto la BCE ovviamente tutti già assaporiamo il momento in cui la BCE toglierà il tappo al pentolone della liquidità. E assaporando questo gusto i mercati azionari europei e l'Italia prima di tutti sono saliti o meglio hanno vivacchiato.

 

 

Poi nel mese di agosto il primo campanello di allarme: Goldman Sachs è passata da Buy sull'Italia a Neutral. E quello che è successo da agosto ad oggi è sotto gli occhi di tutti, un mercato micidiale, dove perdere è all'ordine del giorno. E la cosa migliore è stare fermi.

 

Che cosa si è inceppato ad agosto ? Si è inceppato il fatto che in Italia di riforme vere non ne sono state fatte. Tante parole, parole bellissime su cui chiunque di destra e di sinistra è d'accordo ma sostanza niente. L'articolo 18 concordo con molti che dicono che serve a poco riformarlo, ripeto serve ma non è la scintilla del cambiamento sostanziale. Però è un segnale, un segnale verso l'Europa che siamo in grado di fare qualcosa di nuovo anche se con una pistola puntata alla tempia. E scrivo l'impensabile: se non siamo nemmeno capaci di riformare un articolo che in realtà serve poco allora forse hanno ragione i falchi tedeschi a trattarci come degli incapaci, perché lo siamo, siamo un paese cadaverico, meritevole di essere commissariato e basta.

 

E questa storia dell'Italia e della Francia con quel morto di sonno di Hollande (non è una critica di tipo politico ma di tipo personale, mi sembra semplicemente non adatto al ruolo) ha bloccato l'azione della BCE che ieri ha fatto l'impensabile: si è messa a schiena a terra sotto i falchi tedeschi e ha ritardato l'apertura del rubinetto in cambio semplicemente di una riforma, di una qualsiasi riforma  che il nostro governo possa fare senza spargimento di sangue. I falchi non chiedono magari di combattere realmente la mafia defiscalizzando intere regioni del sud Italia, di creare gabbie salariali nel Sud e nel Nord, di tagliare efficacemente la spesa pubblica mandando a casa milioni ripeto milioni di nullafacenti e di incompetenti nell'impiego pubblico (i bidelli ad esempio, ecco bisognerebbe far pulire le scuole a delle aziende private istituendo la figura di un sorvegliante scolastico per tutti gli altri compiti che assolve un bidello), oppure di accorpare e unificare diversi enti e corpi (avete mai pensato a che ne so unificare Polizia Carabinieri e Guardia di Finanza lasciando il controllo dell'evasione all'Agenzia delle Entrate come in un qualsiasi paese civile ? E' mai possibile che il finanziere che viene a controllare se Tomasini ha pagato la cedolare secca abbia pistola e manette e lampeggiante sulla macchina ?). Sono tutti provvedimenti che si farebbero con una firma di penna e produrrebbero effetti immediati. No, a questo purtroppo non ci siamo arrivati. I falchi chiedono semplicemente un umilissimo segnale, magari su qualcosa che non serve a niente o serve a poco come l'articolo 18, nient'altro che un segnale. E quel segnale dobbiamo dare.

 

Nel frattempo il brutto tempo che sembrava dovesse prevalere negli USA si è dissolto come neve al sole: i non farm payroll di oggi sono a 248.000 e superiori ad ogni consensus ... la vecchia e cara America è in moto e l'economia continua a pompare, non in maniera lineare perché non siamo in un cartone animato di Topolino ma continua a pompare. God Bless America ! Se non ci fossero stati i non farm payroll di oggi il titolo che avevo in mente era: "Ero cauto ieri, ora inizio ad essere pessimista". Poi possiamo ancora scendere, ma siamo sempre protetti dal supporto di 20.000. Non ci saranno molti buy d'ora in avanti, siamo ad aspettare l'articolo 18.

 

Come negli anni sessanta ora conta più la politica dei bilanci delle aziende.

 

(articolo di Gianluca Tonti)


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