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Le aspettative del 2022 tra Banca Centrale ed economia reale

Le aspettative del 2022 tra Banca Centrale ed economia reale

Pubblicato Dom 19 Dicembre 2021 - 20:33 da Stefano Bonini Tag: Borsa

Giovedì mattina ho finalizzato l’acquisto di un piccolo immobile e il notaio, un mio amico, a fine rogito mi saluta dicendo “hai fatto un bell’investimento con l’incremento dell’inflazione”.

 

Mentre rientravo a casa, mio padre mi ha chiesto se lo accompagnavo a vedere un’auto.

 

In concessionaria il commerciale - con cui andavo al liceo insieme -  mi dice che sono disperati, le macchine non arrivano e spesso gliele mandano senza degli accessori perché non sempre sono recuperabili.

 

Dopo poche sono alla conferenza stampa delle decisioni di politica monetaria della BCE che, come da copione, non ha toccato i tassi di interesse perché vedono l’inflazione al 2% nel medio periodo.

 

Un passaggio di Christine Lagarde mi ha colpito, memore della domanda di ottobre ha sottolineato come per le loro analisi non si basino solo su modelli matematico statistici ma tengano conto anche del parere di imprenditori, banchieri e professionisti europei.

 

I quali sono stati consultati anche per capire come vedono l’approvvigionamento delle materie prime e la gestione della filiera produttiva, è chiaro che abbiamo conoscenze e frequentazioni molto differenti.

 

Dopo la conferenza stampa, sono dal mio parrucchiere e al momento di pagare mi dice: “Stefano, da gennaio devo rivedere i prezzi, mi è aumentato tutto e tante cose non mi arrivano più come prima, non riesco più a starci dentro.

 

Il giorno dopo sono a pranzo con il mio commercialista e mi dice: “hai visto hanno fissato il tasso di interesse legale per il 2022 a 1,2% dallo 0% del 2021”.

 

In un articolo del Sole 24 Ore viene evidenziato come la maggior parte dei mutui oggi abbiano una tasso di interesse reale negativo, considerando che il Taeg medio poco sopra all’1% con una inflazione è stimata a 1,8% in 10 anni.

 

E qui mi viene in mente mio padre che mi dice sempre che la casa che aveva comprato con mia madre quando si sono sposati, poco più di 40 anni fa, l’avevano pagata 25 milioni di lire.

 

Io ho l’idea che le banche centrali stiano valutando di gestire l’inflazione come un male necessario per far rientrare parte del debito generato dai Governi durante le prime fasi della pandemia.

 

In uno scenario di alta inflazione ogni libro di finanza dice che si deve investire in beni reali come immobili e azioni.

 

Ma quali azioni?

 

Credo che il comparto bancario sia uno di quelli che ne potrebbe beneficiare maggiormente, innanzitutto perché il conto economico sarà favorito dall’aumento degli spread.

 

Inoltre, oramai quotidianamente ogni giornale, talk show, commentatore non si dimentica di sottolineare come l’inflazione distruggerà parte dei risparmi sui conti correnti.

 

Ecco che il margine di intermediazione delle banche avrà degli impatti importanti appena gli italiani, amanti del conto corrente, decideranno di abbandonarlo per investire in prodotti finanziari.

 



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