Titolini europei: Stef, la logistica alimentare continuerà a girare!

Non c’è virus che tenga: i suoi centri distributivi e i suoi camion sono oggi ancor più fondamentali in Europa. Un’azione inevitabilmente indebolita ma con buone prospettive future.

Con 163 milioni di euro di utili operativi su un fatturato di 3,4 miliardi di euro i numeri della francese Stef (quotazione a Parigi – codice STF – Isin FR0000064271) sarebbero già piaciuti in condizioni normali. Ma attirano ancor più nell’incubo che stiamo vivendo, perché il business è quello della logistica del freddo, cioè dell’agroalimentare. Di fatto Stef collega la produzione con l’universo dei consumatori mediante una rete distributiva a livello europeo. Non c’è coronavirus che tenga! Le sue strutture devono continuare a essere attive e lo saranno fino a quando la pandemia terminerà. Lo dimostra il fatto che le performance in Borsa – seppur negative – lo siano molto meno degli indici transalpini.

Considerarlo allora un valore quasi rifugio? I pochi analisti specializzati sul titolo lo valutano positivamente, con target sugli 80/83 euro contro i 64/65 euro di quotazione della seduta mattutina di oggi (16 marzo) ma naturalmente non sappiamo quali siano i loro parametri di valutazione e quindi ne diffidiamo! Un supporto forte fino a venerdì sui 70,4 euro – in realtà rotto più volte nell’ultima settimana – è diventata una resistenza importante, resa tale da ben tre anni di storico. L’oscillatore di momentum non è mai stato così basso, essendo sceso sul negativo -15, valore non toccato nemmeno durante alcune complesse vicende aziendali che avevano debilitato il titolo da gennaio in poi. Anche lo stocastico si è appoggiato sui limiti inferiori della scala. Il quadro generale appare indebolito ma in presenza di segnali positivi dei mercati Stef potrebbe rimbalzare sull’onda di un business inevitabilmente solido e stabile.