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Crolla l’oro in Asia… ma solo per poco

Crolla l’oro in Asia… ma solo per poco

Pubblicato Lun 09 Agosto 2021 - 16:26 da Stefano Bonini Tag: Borsa

Poche ore fa il prezzo dell’oro ha perso, in pochi istanti, circa 100 dollari rispetto alla chiusura di venerdì, frutto di una liquidazione da circa 24.000 contratti e oltre 4 miliardi di nozionale.

 

Giornali e blog sono corsi a descrivere come questa caduta – accompagnata dal parallelo rafforzamento del dollaro – sia stata innescata dai dati di venerdì sull’occupazione negli USA.

 

Forte crescita degli occupati (943 mila posti di lavoro in più a luglio, il numero più alto da quasi un anno) e conseguente calo del tasso di disoccupazione al 5,4%.

 

Cosa suggeriscono questi numeri?

 

Hanno tutti pensato che quasi certamente la Fed avvierà già da settembre il tapering, cioè la riduzione degli acquisti di titoli sul mercato.

 

Ma altra notizia del weekend, forse più croccante, è che Goldman Sachs ha drasticamente revisionato le stime di crescita del PIL cinese per il terzo trimestre: dal 5,8% al 2,3%.

 

Cosa ha spinto gli analisti della banca d’affari a operare questo taglio?

 

La variante Delta, che continua a essere la protagonista, registra infatti nei distretti cinesi più focolai adesso che in inverno, e questo, per Goldman Sachs, pare essere un elemento di complicazione della supply chain globale, dove in testa ci sono le forniture di semiconduttori.

 

Se si rallenta la filiera globale allora ci saranno ovvie ripercussioni sull’economica statunitense ed europea del terzo trimestre.

 

In questo contesto, pertanto, non è pensabile che qualcuno si voglia intestare la fine ai programmi di sostegno pandemico, ed è così che sono bastati pochi minuti all’oro per ritornare sui suoi passi e recuperare quanto perduto.

 

Gli analisti di Bank of America invece pongono l’attenzione su un altro evento: la flessione dei valori dell’equity dei mercati emergenti.

 

Negli ultimi 20 anni tre eventi hanno fatto registrare altrettanti minimi: il crollo del fondo speculativo Long-Term Capital Management dei premi Nobel Robert C. Merton e Myron Scholes, l’11 settembre e il fallimento di Lehman Brothers.

 

Ci sarà un quarto evento?

 

Forse sì, ma a questo punto abbiamo due evidenze che per adesso le attuali “politiche economiche di sostegno” rimarranno e così le borse possono continuare a correre ancora un pochino, almeno fin tanto che non si vedranno le prime foglie gialle sugli alberi.

 



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