Salta per aria anche Cipro. O meglio, saltano una parte dei risparmi dei correntisti ciprioti.
In sintesi: l’Eurogruppo ha imposto a Cipro, per il salvataggio del suo sistema bancario, un prelievo forzoso sui depositi (6,75% sino a 100.000 Euro e 9,9% oltre i 100.000 Euro); gli sportelli bancari resteranno chiusi sino a mercoledì, poiché il governo cipriota ha deciso di allungare l’odierna festività nazionale sino a domani.
Lo spread ringrazia, e si riporta oltre 330 bps.
Dopo le clausole CAC sui titoli governativi europei, la nazionalizzazione con esproprio di SNS in Olanda, ecco un altro precedente storico e pericolosissimo: per salvare un sistema finanziario si attinge ai depositi bancari, cioè la quota di risparmio che dovrebbero essere maggiormente tutelata.
Bruxelles ha preferito risparmiare qualche Mld di Euro (facendo gravare sulle tasche dei correntisti una quota del “risanamento”), piuttosto che utilizzare il veicolo dedicato, cioè l’ESM creato appositamente per situazioni di questo genere. E parliamo di una cifra ridicola… lo 0,2% del PIL dell’area Euro.
La via è tracciata, nessuna forma di risparmio sarà più al sicuro, d’ora in avanti.
Ben lungi da me fare terrorismo o dietrologia, sia ben chiaro. Ma i segnali sono talmente inequivocabili che solo chi vuole fare lo struzzo non li vede. A mio modesto modo di vedere, la miccia si sta consumando molto rapidamente; quella miccia che poco più di dieci giorni fa è stata messa bene in evidenza dall’articolo di Tomasini in riferimento a quanto scritto da Riolfi sul Sole24Ore.
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