E’ da due settimane che non scrivo. Lo so, dovrei farlo. Ma preavvertivo la fine imminente ed ero combattuto tra il disfattismo (l’instabilità del Paese) e il tentativo, sempre stupido e vano di questi tempi, di credere che le cose possano migliorare. Il giorno prima delle elezioni volevo pubblicare un editoriale con scritto: raccomandazioni per il voto. E in sostanza raccontarvi che non sarebbe servito a niente votare, perché l’unico rischio era quello dell’instabilità. Voi direte cari lettori che io smentisco me stesso, se sei catastrofista lo devi essere fino in fondo. In realtà ho ben vivo il ricordo di chi ha passato le catastrofi e nessuno passa indenne una catastrofe. Mio padre diceva che anche quelli che erano scappati in capo al mondo per evitare la leva del 1940 avevano patito: non era morti in guerra ma molti si era sposati all’estero e non erano mai più tornati. Altri erano tornati ma sarebbero stati morsi tutta la vita dal sentimento di “non avere fatto niente”. Anche loro erano i figli indiretti della guerra. Non avevano portato l’uniforme, erano sicuramente sopravvissuti, ma la loro vita era cambiata, spesso in peggio. Mi padre mi raccontava di un suo amico che emigrò in Australia sul finire degli anni ’30 dopo essere stato mobilitato nel 1936 per conquistare l’Impero di cartone e il suo più grosso rimpianto fu che non visse il mitico boom degli anni ’50. E rimase sempre roso dall’invidia nei confronti di quelli che tutto sommato erano rimasti in Italia e ai quali era andata bene come mio padre (era sopravvissuto alla guerra ed aveva fatto una piccola fortuna come tanti di quella zona vissuti nell’epoca del boom). Dalle catastrofi non ti chiami mai fuori al 100%, che tu abbia un conto in Svizzera o il mini a Parigi. Un mio collega, professore associato all’Università di Bologna, quando commenta l’attuale situazione utilizza una parafrasi molto chiara: “devi scegliere ora se fare un torto ai tuoi genitori abbandonandoli a morire da soli per andare all’estero oppure se devi fare un torto ai tuoi figli decidendo di togliere loro il futuro rimanendo in Italia”. Sottoscrivo, questa è la chiamata, per fortuna non ancora alle armi, dei nostri tempi.
Ebbene ci siamo: che serve decidere di comprare Yoox solo perché esporta e tenerla in portafoglio quando tutto crolla ? Domani mi aspetto il tracollo dei mercati. Guardate cosa ha fatto oggi l’eurodollaro: ho portato a casa 8000 euro netti oggi con lo short sull’euro ma mi sono sembrati i soldi amari di quello che shortò il FIB il giorno dell’attacco alle due torri gemelle. Quando c’è puzza di morto in giro di guadagnare o perdere non ti importa molto se solo hai il sospetto che il prossimo morto puoi essere tu.
Instabilità, non si può nemmeno parlare di dramma, questo paese produce solo delle farse. Non chiedetemi ora di parlare di dove possa andare al mercato, non rientra nel mio mestiere. Può fare ogni cosa, e la può fare molto rapidamente. Dal governo di unità nazionale (rialzo), a tornare di nuovo alle elezioni (disastro). Ma dover affrontare la Borsa parlando di politica se mi consentite è davvero la massima delle umiliazioni.
Che scappiate, ammesso che siate ancora in tempo, o che rimaniate, che decidiate di fare un torto ai vostri genitori o di farlo ai vostri figli, è arrivato quel momento. E atterriti stiamo a guardare, con la convinzione che in ogni caso se anche fossimo scappati per tempo in un modo o nell’altro ne avremmo sempre subito le conseguenze.
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