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L’Independent Trend Index “prêt à manger”

L’Independent Trend Index “prêt à manger”

Pubblicato Mar 12 Gennaio 2021 - 19:22 da Ilaria Ferrari Tag: Borsa

L’Independent Trend Index (ITI), come già detto più volte, ordina le azioni di Piazza Affari per forza e stabilità di trend al rialzo negli ultimi sei mesi.

 

Un ITI elevato, ovviamente, non è garanzia che il trend si mantenga pulito al rialzo in futuro, ma indica che il pendolo delle probabilità è dalla nostra parte.

 

Questo indicatore, pertanto, è da intendere come utile strumento di screening per gli investitori più esperti che sono alla ricerca di opportunità interessanti sul mercato italiano, fornendo loro una lista di azioni su cui focalizzarsi, senza dover scorrere uno per uno i grafici di tutti i titoli.

 

Il timing di entrata può essere personalizzato e può essere il classico uncino, una congestione oppure l’acquisto su un micro-supporto all’interno del trend al rialzo.

 

Tutto questo per dire che la lista dell’ITI non è “pronta all’uso”, ma richiede un approfondimento grafico e fondamentale, o in ogni caso coerente con la strategia di investimento di ciascuno.

 

Per farvi conoscere meglio l’utilizzo e le potenzialità di questo indicatore, oggi una parte del lavoro l’ho fatta io, selezionando tre azioni che, oltre a un ITI elevato, presentano due caratteristiche aggiuntive, compatibili con una strategia di investimento piuttosto prudente:

1) una redditività stabile ed elevata;

2) un prezzo di mercato pari o inferiore al fair value stimato con un modello DCF, escludendo quindi i titoli sopravvalutati rispetto ai loro fondamentali.

 

 

DIGITAL VALUE

Di questo Gruppo, attivo nel settore delle soluzioni e servizi IT per la digitalizzazione di grandi aziende operanti nei settori strategici dell’economia italiana, avevo già parlato a settembre 2020, evidenziandone gli ottimi fondamentali (https://www.emiliotomasini.it/digital-value-nel-cielo-dellaim-e-nata-una-stella/).

Il primo semestre 2020 ha visto un incremento dei ricavi del 23.5%, dell’EBITDA del 31.5% e dell’utile netto del 12.1%.

Negli ultimi mesi dell’anno, inoltre, Digital Value si è aggiudicata diverse gare di valore per la fornitura di software e servizi per la Pubblica Amministrazione.

CFO Sim, a inizio agosto 2020, sulla base di un modello DCF piuttosto prudente nelle ipotesi, aveva aggiornato il target price di Digital Value a 38.40 euro.

Il titolo, dopo una fase di lateralizzazione durata diversi mesi, a dicembre ha spiccato il volo (ad oggi +29%) e ora si trova sui massimi storici, attorno ai 41 euro.

Sull’onda delle buone notizie di fine 2020 dovrebbe esserci ancora margine di crescita.

 

 

 

INDEL B

Indel B è un gruppo attivo nella produzione di sistemi di refrigerazione e condizionamento per il mobile e mobile living per i mercati Automotive, Hospitality e Leisure Time (nautica da diporto e recreational vehicles).

Nel mercato Automotive, rappresentato da veicoli commerciali, minibus, ambulanze, macchine agricole e movimento terra, Indel B collabora da anni con le maggiori case produttrici di Veicoli Industriali e Pullman (Scania, Iveco, Daf, Renault, Volvo, Kenworth, Peterbilt, Irizar, Irisbus, Karosa).

Con riferimento i settori Hospitality e Leisure Time, Indel B è fornitore delle più famose e prestigiose catene alberghiere d’Italia e del mondo (tra le quali Hilton e NH) e dei cantieri nautici in cui sono costruite le più rinomate navi da crociera, offrendo un’ampia gamma di prodotti.

Il Gruppo è inoltre attivo nel settore nel settore delle Cooling Appliances,che comprendono principalmente cantine per la conservazione del vino e piccoli frigoriferi per la conservazione del latte.

Ottima la redditività, anche se nel 2020 il business aziendale è stato pesantemente intaccato dalla pandemia(-25,4% di ricavi nei primi nove mesi dell'esercizio 2020, rispetto al corrispondente periodo del 2019).

 

Fonte: Evaluation.it

 

Sulla spinta del rialzo del target price da parte di Intesa Sanpaolo (da 19.4 a 27.8) e di Intermonte (da 17.40 a 22.40), il titolo ha messo a segno un +35% circa nel mese di novembre e ora sembra in corso la formazione di un triangolo ascendente, figura detta “di continuazione” o “di consolidamento” della tendenza rialzista.

Il fair price secondo un modello DCF dovrebbe aggirarsi attorno a 23.67 euro per azione, appena al di sopra della quotazione attuale.

Secondo il PEG ratio (ovvero il rapporto P/E, escludendo dal denominatore il reddito non operativo, diviso per il tasso di crescita dell'EBITDA a 5 anni), pari a 0.44, la sottovalutazione di Indel B sarebbe anche più consistente (si ricordi che il PEG individuato da Peter Lynch come indicativo di una equa valutazione è pari a 1).

 

 

 

EMAK

Emak sviluppa, produce e distribuisce un’ampia gamma di prodotti in tre aree di business:

Outdoor Power Equipment, che comprende prodotti destinati al giardinaggio, all’attività forestale e all’agricoltura, quali decespugliatori, rasaerba, trattorini, motoseghe, motozappe e motocoltivatori;

Pumps & Water Jetting, di cui fanno parte prodotti (a) per l’agricoltura quali pompe centrifughe e a membrana per l’irrorazione e diserbo; (b) per l’industria, tra i quali sono ricompresi le pompe per l’industria, gli impianti ad alta e altissima pressione e le macchine per l’urban cleaning; (c) per il lavaggio, ossia idropulitrici professionali e semiprofessionali, macchine lava-asciuga pavimenti ed aspiratori;

Components & Accessories per i suddetti settori.

 

Fonte: Evaluation.it

 

Emak non è proprio brillante sul fronte della redditività, ma negli ultimi cinque anni ha comunque dimostrato una certa stabilità.

Inoltre, ha dalla sua un 2020 che si dovrebbe chiudere in bellezza, nonostante la pandemia: i risultati dei primi nove mesi riportano ricavi in aumento del 6,8% rispetto al corrispondente periodo 2019 e un utile netto pari a 15.8 milioni contro gli 11.6 milioni del pari periodo 2019.

Il titolo si trova sui massimi dal maggio 2019. Nonostante due passeggeri ritracciamenti, il deciso trend al rialzo imboccato da inizio novembre 2020 (circa +40%) è ancora intatto e, considerando le buone notizie sul fronte dei fondamentali, ci sono tutti i presupposti perché continui.

Un modello di valutazione DCF fissa il target price a quota 1.29, con un potenziale di upside dell’11.40% rispetto alle quotazioni attuali.

 



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