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A volte ritornano: parliamo di opzioni

A volte ritornano: parliamo di opzioni

Pubblicato Gio 27 Febbraio 2025 - 10:46 da Domenico Dall'Olio Tag: Opzioni

Buongiorno a tutti,

 

ritorno a scrivere su queste pagine dopo tanto tempo e con grandissimo piacere.

 

L'Indipendente di Borsa per me è stato il punto di partenza, quello da cui tutto è cominciato.

 

È stato veramente così, perché diversi lustri fa (accidenti come passa il tempo!), quando ero un perfetto sconosciuto, Emilio Tomasini mi diede l'opportunità di scrivere su queste pagine, e di crescere, come trader e come persona.

 

Non so quanti di voi fossero già su queste pagine nell'ormai lontano 2018.

 

Se siete tra quelle persone, bentrovati!

 

Torno da voi a parlare, come sempre, del resto, di opzioni e per prima cosa vi racconto quello che ho fatto in questi ultimi anni.

 

Da padre di famiglia, ho sempre cercato di mantenere un approccio prudente al trading e ai mercati, e negli anni ho cercato di sviluppare strategie sempre più "lente" e sempre meno "aggressive". Ho scoperto di avere una capacità sempre più scarsa di reggere lo stress dei mercati, il che mi ha costretto a cambiare approccio rispetto a quando vendevo MIBO come un matto e facevo trading intraday sui futures.

 

Da diversi anni, ormai, opero quasi esclusivamente in opzioni su azioni. Mercato americano, perché dalle nostre parti le occasioni sono veramente poche.

 

E dopo tanti anni di onorato servizio sui mercati ho finalmente capito una grande verità: non posso prevedere il futuro, ma posso controllarne l'impatto. L'impatto sulle mie finanze, sui miei umori, sulla mia serenità operativa.

 

Grazie alle opzioni e a criteri operativi molto studiati, ho imparato a fare trading con una componente fondamentale in più: ho sempre un piano di riserva.

 

Il piano B è quello che mi fa fare clic sul mouse sempre con la massima tranquillità, perché so che, a meno che non accadano fatti davvero fuori controllo, posso sempre recuperare anche gli errori più grossi.

 

Vi racconto un aneddoto per farvi capire pienamente di cosa io stia parlando. 

 

Corre l'anno 2017 e una farmaceutica americana sta conducendo un trial su oltre 2500 ragazzi per testare un cerotto che potrebbe risolvere il problema degli shock anafilattici causati dal burro di arachidi, che uccide molti ragazzi negli USA ogni anno (incredibile ma vero). Le attese del mercato sull'esito di quel trial sono enormi. La volatilità implicita delle opzioni è alle stelle e si vendono put con premi stellari anche su strike molto lontani dal prezzo del titolo. Quota sui 22$ quando rilascia l'esito del trial, completamente fallimentare. E in pochi minuti scivola a 1.6$ per azione. Avevo venduto put 15 a circa 3$ di premio, quindi ho il titolo in carico a 12$ netti circa. Sotto del 87% circa.

 

Mi ci sono voluti quasi tre anni, ma ho riportato la posizione in utile, semplicemente mediando il titolo e vendendo call contro, fino al punto che il mio prezzo netto di carico era sceso sotto i 2$.

 

In un solo caso avrei potuto fallire: se fosse fallita l'azienda. E anche in quel caso sarei comunque caduto in piedi, perché quella posizione incideva relativamente poco sul mio portafoglio complessivo.

 

Ma il requisito fondamentale, in questo processo, è stato la pazienza. Perché le opzioni call più vicine erano quotate a strike 2.5$, e con il titolo stabilmente sotto i 2$ era difficile vendere qualcosa. Dovevo aspettare che facesse un piccolo rimbalzo, così da poter vendere le prime call a 0.10-0.15$ per azione. Qualche volta sono riuscito a prendere anche 0.20. E se prendi mediamente anche solo 0.10$ ogni due mesi, alla fine dell'anno hai preso 0.60$, che su un prezzo medio ponderato di carico di 3.3$ (quello ero riuscito ad ottenere con una mediazione mirata) fa una bella differenza... In sostanza, il primo anno abbassi del 20% circa il tuo costo del titolo. Il secondo anno, a parità di incasso totale, lo hai abbassato di un ulteriore 22%. E così via. Due anni e 8 mesi e al primo rimbalzo "serio" scarichi senza perdite.

 

Oggi lavoro soltanto in un modo: scelgo sottostanti con grande cura, titoli che non mi preoccuperebbe prendere in carico se dovessero scendere. Vendo put naked, una pratica che anni fa mi spaventava moltissimo, ma che ho imparato a gestire con la massima tranquillità. E se le cose vanno "male", prendo in carico il titolo e lo gestisco.

 

Ci vogliono alcuni requisiti di base, ovvio. In particolare:
 

- chain efficienti delle opzioni (ma non è questione di spread bid-ask, quello è l'ultimo dei problemi);
 

- situazioni di bilancio migliori possibili;
 

- volatilità (altrimenti diventa difficile incassare premi quando si viene assegnati);
 

- MONEY MANAGEMENT.

 

Ho messo in maiuscolo l'ultimo, perché quello è la chiave di tutto. Il più importante, ma non l'unico.

 

Posterò su queste pagine qualche idea operativa, di quando in quando, con la filosofia di cui vi ho parlato qui sopra.

 

Ah, c'è anche un altro tipo di operatività che a volte mi piace fare: qualche piccola scommessa rialzista su titoli sui quali si stanno verificando movimenti che potremmo definire "sospetti" sulle opzioni. A volte, si fanno operazioni davvero interessanti...

 

Ne parliamo la prossima volta.



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