Alle 14.30 il finimondo ?
Alle 14.30 saranno pubblicati i dati dell'inflazione di settembre negli Stati Uniti. Questi numeri potrebbero nuovamente influenzare le decisioni di politica monetaria della Federal Reserve, nonostante si pensasse che la battaglia contro l'inflazione fosse stata vinta grazie a trimestri di politiche restrittive da parte della banca centrale.
Il mercato del lavoro negli Stati Uniti è risultato essere più solido del previsto e i timori di un surriscaldamento dello stesso sembrano essere diventati il nuovo obiettivo prioritario della Fed. Molti analisti puntano il dito contro il rischio che un'inflazione più alta del previsto rafforzi l'idea che la Fed possa aver sbagliato nel ridurre i tassi di 50 punti base, aumentando così la probabilità di una mancata riduzione a novembre. A settembre, infatti, sono stati creati 254.000 nuovi posti di lavoro nel settore non agricolo, ben 104.000 in più rispetto alle aspettative. Il tasso di disoccupazione è sceso dello 0,1%, attestandosi al 4,1%, mentre i salari orari sono aumentati dello 0,4% rispetto al mese precedente e del 4% su base annua, superando le stime del mercato.
Secondo il consenso di Bloomberg, l'inflazione generale dovrebbe essere scesa al 2,3% su base annua, rispetto al 2,5% di agosto. Tuttavia, l'inflazione core, che esclude cibo ed energia, dovrebbe rimanere stabile al 3,2%. Su base mensile, si prevede un aumento dello 0,1% per l'indice complessivo e dello 0,2% per il core, entrambi in leggero calo rispetto ad agosto.
Dati diversi da quelli delle previsioni potrebbero scatenare il finimondo.
Inoltre le minute dell'ultima riunione della Fed, pubblicate ieri sera, mostrano che i dibattiti del 17 e 18 settembre sono stati più tesi di quanto la quasi unanimità ufficiale lasciava intendere. Michele Bowman, governatrice della Fed, era l'unica a sostenere una riduzione più contenuta di un quarto di punto. L'analisi degli strumenti futures sui Fed Funds sviluppati da CME Group indica una probabilità dell'80% di un nuovo taglio di 25 punti base nella prossima riunione del 7 e 8 novembre, con un 20% di probabilità di mantenere i tassi invariati.
Aspettiamo le 14.30 prima di analizzare i titoli uno ad uno.
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