Nike, Inc. (NYSE: NKE), leader mondiale nel settore dell'abbigliamento e calzature sportive, annuncerà i risultati finanziari del terzo trimestre fiscale 2025 (dicembre 2024 - febbraio 2025) il 20 marzo prossimo, subito dopo la chiusura dei mercati.
Una precisazione sull'anno fiscale: Nike adotta un calendario fiscale che inizia a giugno e termina a maggio dell'anno successivo. Il terzo trimestre fiscale 2025 corrisponde quindi al periodo dicembre 2024 - febbraio 2025, cioè il trimestre appena concluso.
La recente performance finanziaria mostra alcune difficoltà:
Ricavi: 11,66 miliardi USD (-10% su base annua).
Utile netto: 775,48 milioni USD (-50% rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente).
Margine lordo: 43,6%, in calo di 100 punti base, penalizzato da promozioni aggressive.
Gli analisti, a quanto riporta il sito Barchart.com, indicano un rating medio di “Moderate Buy” con una valutazione media di 3.94 su una scala da 1 (Strong Sell) a 5 (Strong Buy). Il target price varia ampiamente, tra 49 USD e 120 USD, suggerendo potenziali oscillazioni significative rispetto al prezzo attuale (74,17 USD). Il prezzo target medio di 85,57 USD implica un potenziale rialzo di circa il 15%.
Le aspettative sull'EPS oscillano tra 0,20 e 0,37 USD, ben inferiori agli 0,98 USD dello stesso periodo dell'anno precedente, con una previsione media di 0,30 USD.
Due i rischi principali:
Pressione sui margini: elevati livelli di promozioni e problemi di gestione dell'inventario.
Concorrenza crescente: marchi emergenti continuano a guadagnare quote di mercato.
Nike ha una forte esposizione al mercato cinese, terzo per importanza dopo USA ed Europa. Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina potrebbero impattare negativamente Nike tramite:
Riduzione delle vendite per sentiment anti-americano o restrizioni cinesi.
Problemi logistici e di approvvigionamento legati a dazi USA sulle importazioni cinesi.
Aumento dei costi di produzione, che Nike potrebbe assorbire riducendo margini oppure trasferire sui consumatori rischiando però una diminuzione delle vendite.
Nike sta cercando di limitare questi rischi diversificando la produzione verso Vietnam, Indonesia e altri paesi asiatici, ma il processo non è rapido né privo di costi.
Dal grafico weekly (vedi figura qui sotto, fonte: Yahoo!Finance) emerge chiaramente una forte fase rialzista terminata a fine 2021 con il massimo storico sopra i 175 USD. Successivamente, il titolo è entrato in una fase ribassista evidente, caratterizzata da massimi e minimi decrescenti. Attualmente, il prezzo (74 USD circa) si trova sotto la media mobile esponenziale a 200 periodi (99 USD), confermando la pressione ribassista di lungo termine. Critica la zona attuale di supporto tra 70 e 75 USD: una rottura al ribasso potrebbe accelerare ulteriormente il movimento discendente, mentre la tenuta di questa fascia potrebbe generare un rimbalzo tecnico verso la EMA200.
Attualmente il put/call implied volatility ratio a due settimane è 1.07, suggerendo un modesto bias ribassista nelle aspettative del mercato.
La volatilità implicita si colloca al massimo percentile degli ultimi mesi, indicando aspettative molto alte per l'imminente annuncio degli utili.
L'open interest delle opzioni in scadenza il 21 marzo mostra un posizionamento prudente: circa 104 mila call con strike medio intorno agli 87 USD, e circa 99 mila put con strike medio intorno ai 70,5 USD.
Questo potrebbe suggerire una cautela del mercato verso potenziali ribassi moderati rispetto al prezzo corrente.
Sarà importante seguire con attenzione gli sviluppi e le reazioni del mercato dopo l'annuncio ufficiale dei risultati.
L’autore è iscritto all’Ordine dei Giornalisti e non detiene gli strumenti finanziari oggetto delle sue analisi.
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