Sui mercati pesano i dati non brillanti dei consumatori USA la settimana scorsa, con tagli pesanti ai voli aerei, alle vacanze, al consumo di beni di prima necessità.
Scrive il Wall Street Journal: “I consumatori statunitensi hanno avuto diversi motivi di preoccupazione dall’inizio dell’anno: dai continui annunci sui dazi all’inflazione persistente, fino alle recenti rinnovate paure di una recessione. Questi fattori sembrano pesare sui consumi in modo trasversale, colpendo sia i più abbienti che le fasce meno agiate, sia i beni essenziali che i prodotti di lusso. A soffrire maggiormente sono i consumatori a basso reddito. Durante un’intervista al Economic Club of Chicago a fine febbraio, il CEO di Walmart, Doug McMillon, ha evidenziato segnali di crescente stress finanziario tra i clienti più vulnerabili: molti acquistano confezioni più piccole verso la fine del mese, perché il loro budget si esaurisce prima che il mese finisca. Anche McDonald’s, nella sua ultima call sugli utili, ha confermato un inizio d’anno debole per il settore del fast food, attribuendolo in parte al calo della domanda tra i consumatori a basso reddito. Nel quarto trimestre, le vendite di fast food a questa fascia di clientela sono diminuite a doppia cifra rispetto all’anno precedente, secondo i dati della catena. Dollar General, nella sua conferenza sugli utili di giovedì, ha evidenziato come i propri clienti riescano a permettersi solo i beni di prima necessità, con alcuni che faticano persino su questi acquisti fondamentali. La società non prevede miglioramenti del contesto economico nel corso dell’anno e sta monitorando da vicino eventuali modifiche ai programmi di assistenza governativa. Le catene di discount dipendono fortemente dai sussidi alimentari, che potrebbero essere oggetto di tagli nei prossimi mesi.”
Capite che se la narrativa sulla probabilità di una recessione negli USA (che si porta dietro il mondo) parte da un testo negativo come quello di cui sopra c’è poco da stare allegri. Trump spinge per il taglio dei tassi e mercoledì di questa settimana la riunione FED sarà il vero market mover insieme all’Ucraina.
Andiamo con le azioni italiane:
BANCA GENERALI: detto fatto ...compriamo mercato, sta uncinando al rialzo dopo un doppio minimo e dovrebbe ritornare presto a 54. Stop loss 47,30, target 58,
TINEXTA: uncino in corso che esce dalla fascia di accumulazione orizzontale, per il momento lasciamo fare ai lettori più ardimentosi.
RECORDATI: era tra i migliori titoli del listino mentre ultimamente si è un po’ appassita con un EPS a 3 anni medio composto di soli +2,9%, un margine operativo in % sul fatturato ancora ottimo del 27% e per fortuna un ROIC – WACC ancora consistentemente positivo nonostante sia sui livelli minimi degli ultimi 20 anni. Insomma un Ferrari al pit stop. Però il pattern è quello nostro del breakout dei massimi e del successivo ritracciamento. Compriamo 53,30 stop, stop loss 51,75, target 61.
LEONARDO IVECO FINCANTIERI: molti lettori mi hano detto di avere comprato questi titoli e di avere fatto bene. Bravi ! Noi li abbiamo indicati diverse volte ma ci siamo astenuti perché il rischio va con il rendimento e il lettore vede solo il lato rendimento e mai il rischio che ci sta dietro. Quando i prezzi salgono a 90 gradi basta uno stormir di fronde e ...
FERRARI: lo avevamo detto e manteniamo la parola con un bel buy ufficiale a 415.7 stop, stop loss 390, target 490. Siamo sul fondo del barile
MONTE DEI PASCHI: prossima barra di ritracciamento entriamo
BANCA MEDIOLANUM: prossima barra di ritracciamento entriamo
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