Oggi Borsa USA chiusa per il Labour day e quindi ce la prendiamo più comoda.
Se devo fare una analisi obiettiva degli indici azionari USA mi viene da dire che siamo di fronte più a una normale oscillazione (badate bene oscillazione e non correzione) e quindi niente di cui preoccuparsi.
Se parliamo dell’indice italiano è un po’ più profonda ma anche qui niente da preocupparsi. E poi mi sembra che le banche siano straordinariamente resistenti e quindi questo conforta la tesi che non si tratta dell’inizio della fine. Del resto dopo un tale rialzo è giusto che tutti noi iniziamo ad interrogarci fino a quando il giochino possa continuare. Abbiamo scritto in tempi non sospetti SP500 a 7.500 alla fine dell’anno (e lo ripeto per i molti nuovi abbonati che si sono iscritti alla fine del mese di agosto) e Ftse MIB 40 a 44.000 di pari passo (ma lo abbiamo sforato e vuoi mai dire che è stato un sogno passeggero.
Scrive Jack Pitcher sul Wall Street Journal: La corsa dell’S&P 500 verso nuovi record non arriva a buon mercato. Secondo diversi indicatori, le azioni americane non sono mai state così care. Oggi gli investitori pagano più che in passato per ogni dollaro di fatturato generato dalle società che compongono l’indice. Giovedì l’S&P 500 ha raggiunto il livello record di 3,23 volte le vendite. Il rapporto prezzo/utili non ha ancora toccato il massimo storico, grazie ai margini elevati di molte delle aziende più importanti dell’indice, ma resta comunque su livelli molto alti rispetto alla media del passato. Attualmente l’S&P 500 scambia a 22,5 volte gli utili stimati per i prossimi 12 mesi, contro una media di 16,8 volte dal 2000. Molti investitori sostengono che i colossi americani, in gran parte aziende tecnologiche, valgano fino all’ultimo centesimo. Giganti come Nvidia e Microsoft continuano a far crescere ricavi e utili a ritmi sostenuti, consolidando la loro posizione dominante sul mercato. A fine luglio, secondo i dati Morningstar, le dieci società più grandi dell’S&P 500 rappresentavano da sole il 39,5% del valore complessivo dell’indice: una quota mai vista prima. Ben nove di queste hanno ormai una capitalizzazione superiore ai mille miliardi di dollari.
In realtà se si considerano gli indici con i componenti pesati non per controvalore ma in maniera equa non siamo a livelli particolarmente eclatanti. Ma questi sono i giochi della statistica, è evidente noi che siamo uomini con i piedi per terra che ciò che sale prima o poi scende. Banale, ma vero.
Quindi iniziare a preoccuparsi in tempi non sospetti di cosa succederà domani è qualcosa di salutare.
Gli investitori si preparano, nei prossimi giorni, a una serie di appuntamenti cruciali sia sul fronte politico che su quello economico. Venerdì saranno diffusi i dati sull’occupazione negli Stati Uniti relativi al mese di agosto, una statistica che verrà analizzata con attenzione dalla Federal Reserve in vista della decisione di politica monetaria attesa per mercoledì 17 settembre.
Secondo le stime mediane di un sondaggio Bloomberg, gli economisti si attendono la creazione di appena 75.000 posti di lavoro, mentre il tasso di disoccupazione dovrebbe attestarsi al 4,3%.
Da seguire, inoltre, le pubblicazioni degli indici ISM: quello manifatturiero martedì e, soprattutto, quello dei servizi giovedì, lo stesso che a luglio aveva lanciato un campanello d’allarme tra gli operatori risultando al di sotto delle attese.
A livello ciclico noto diversi Sequential in via di formazione e in particolare un bel 13 sul giornaliero del Russel 2000, un 12 sul Nasdaq giornaliero, 10 sull’Sp500 giornaliero, 12 sul Nyse composite giornaliero. Poi come sempre a differenza di quello che raccontano certi personaggi in circolazione il Sequential vuole dire tutto e non vuole dire niente perché in un mercato che sale a lippa è inevitabile che si formino dei Sequential. E il Sequential indica un punto di inversione naturale che se viene negato deve essere preso nella direzione opposta. Diciamo che al momento i mercati USA secondo questa lettura ciclica sono “affaticati” ma potrebbero dopo una pausa scatenare un bel recupero.
Morale ? Applichiamo sempre la stessa regola. Dobbiamo avere almeno una prova per iniziare a suonare le trombe del ribasso e non un semplice indizio. Cosa è una prova ? Le enumero:
In mancanza siamo “costretti” a rimanere rialzisti.
L’autore è iscritto all’Ordine dei Giornalisti e non detiene gli strumenti finanziari oggetto delle sue analisi.
Il nostro giornale rispetta la Carta dei Doveri dell’Informazione Economica clicca qui >>
Informazioni metodo clicca qui >>
Potrebbero interessarti:
INDEPENDENT MEDIA SRL unipersonale - P.IVA e CF: 07740680967 - REA 1882303 capitale sociale 10.000 euro i.v.
L'Indipendente di Borsa aut. Tribunale di Modena n. 2179 del 30/09/2013 Direttore responsabile Dr. Emilio Tomasini