Sembra essere passata la paura sui mercati azionari. Le recenti tensioni geopolitiche, innescate dall’attacco iraniano su Israele dello scorso fine settimana, stanno rientrando.
E’ vero che il mondo resta in trepidazione, attendendo una possibile risposta da parte di Israele, mentre l'incertezza sulle dimensioni di tale risposta alimenta timori di un'escalation nella regione.
E questo contesto ha messo sotto pressione i prezzi del petrolio, che rimangono vicini ai 90 dollari al barile, con un valore attuale di 89,52 dollari.
A oggi in Borsa a Milano i compratori si sono fatti avanti e molti dei nostri titoli stanno registrando progressioni interessanti.
Il Fondo Monetario Internazionale ha recentemente rivisto al rialzo le stime sulla crescita globale per il 2024, portandole al 3,2% rispetto al 3,1% previsto inizialmente a gennaio. Tuttavia, ha avvertito che le attuali tensioni geopolitiche potrebbero ritardare il ritorno dell'inflazione verso il suo obiettivo.
Non solo il petrolio, ma anche altre materie prime stanno vivendo un momento di rialzo: l'alluminio ha raggiunto il suo picco massimo dal giugno 2022, mentre i metalli preziosi, come l'oro e l'argento, stanno registrando un notevole aumento di valore.
Parallelamente, sul fronte degli Stati Uniti, la prospettiva di un'inversione dei tassi d'interesse si è spostata più avanti nel tempo. La sorprendente crescita delle vendite al dettaglio nel mese di marzo ha ridestato il timore di una crescita economica statunitense ancora troppo forte per contenere l'inflazione.
Inoltre, Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha confermato la necessità di dare più tempo alla politica monetaria restrittiva per agire.
Sui mercati obbligazionari il rendimento del decennale statunitense è salito al 4,66%, toccando il massimo da novembre scorso.
In Europa, la Banca Centrale Europea mantiene una posizione di attesa.
Christine Lagarde, presidente della BCE, ha dichiarato che non dipenderà dalla Federal Reserve per quanto riguarda eventuali tagli dei tassi d'interesse. Tuttavia, se i prezzi dovessero continuare a indebolirsi nella zona euro, non è escluso che la BCE agisca prima della Fed. E’ evidente che se la FED non taglia o come qualcuno pronostica potrebbe anche rialzare la voglia di ribassare della BCE viene meno …
Sotto il profilo degli indici internazionali segnalo il Nasdaq che è al minimo della congestione e sembra non avere troppa forza ribassista. Se riparte da qui è un buy.
Facciamo un giro sul mercato azionario italiano il cui indice sta cercando di uncinare al rialzo ma avremo la prova solo quando avrà rotto la trendline ribassista:
BANCA IFIS: uncino in corso, spettacolo, se continua la prendiamo
BANCA POPOLARE MILANO: congestione orizzontale
BANCA POPOLARE SONDRIO: spettacolo di rialzo a +6% oggi dopo congestione orizzontale
INTESA SAN PAOLO: anche lei in rampa di lancio
LEONARDO: se continua a salire da prendere
MONCLER: prima barra rialzista
STELLANTIS: azienda redditizia, con un momentum da favola, price earning a 4 ma con un tasso medio composto di crescita degli EPS senza NRI a 3 anni del 75% e quindi sottovalutata secondo questo multiplo, per i flussi di cassa scontati al presente (che non tengono conto a quanto pare della crescita futura) è sopravvalutata di un +30% ma mi fido più della crescita degli utili, tecnicamente abbiamo un doppio minimo in formazione se i prezzi salgono sopra un massimo precedente. Facciamo un trade della serie compriamo il coltello che cade afferrandolo per la lama senza tagliarci e mettiamo UN ORDINE DI ACQUISTO STOP BUY UFFICIAL A 24.60 STOP. Stop loss 23.80
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