Il nostro indice naviga verso 44.000 che è a portata di mano e negli USA basti dire che il Russell 2000 con una mossa felina si è portato a ridosso dei massimi storici. Nasdaq e SP500 lasciamo perdere perché ti vengono le vertigini.
Andiamo con i nostri segnali sull’Italia:
PORTAFOGLIO INDIPENDENTE:
SAIPEM: sta forzando i massimi della congestione, se continua a salire compriamo
REVO INSURANCE: stiamo fuori per la liquidità ma siamo nel momento magico dopo il breakout, se rompe i massimi di 17.30 vola
DIGITAL VALUE: buoni fondamentali e tecnicamente buon momentum
TESSELLIS: per chi ama il Tomasini d’Africa società decotta con volumi e prezzi in aumento, non chiedetemi più niente perché a toccarla c’è da farsi portare via dalla Guardia di Finanza con i lampeggianti accesi.
MONTE DEI PASCHI: sempre boombastica ... uno dei pochi titoli da avere in portafoglio SEMPRE ... non appena storna la compriamo
E quindi veniamo agli USA:
PORTAFOGLIO BREAKOUT:
INTUIT: ottimi fondamentali, pattern grafico nostro tradizionale, gap al rialzo con rottura del massimo quindi tetto e gap ribassista con ritorno al punto di partenza a fronte di dati migliorativi rispetto alle stime (la borsa è dei matti). Buy 670,44 stop, stop loss 570,00, target 723,66.
PORTAFOGLIO VALUE:
Troppo grosso per fallire ? UnitedHealth Group è un colosso statunitense dei servizi sanitari, attivo in assicurazioni tramite UnitedHealthcare e in servizi sanitari e tecnologia tramite il braccio Optum. Sede a Eden Prairie, Minnesota, è il più grande gruppo sanitario al mondo per ricavi, con una rete di circa 2.700 sussidiarie e un’organizzazione altamente integrata verticalmente.
Alcuni dati di bilancio spiegano perché (forse) è troppo grosso per fallire.
Secondo trimestre 2025: Ricavi: $111,6 miliardi, +13–17% YoY. Utile operativo: $5,2 miliardi. EPS adjusted: $4,08. Utile netto: $3,4 miliardi (–19% YoY). Flussi di cassa operativi: $7,2 miliard. ROE annualizzato: 20,6%; Debito su capitale totale: 44,1%. Dividend yield annualizzato del 5% per la quota $2,21 per azione.
La guidance è stata profondamente rivista: si è passati da una stima iniziale tra $29,50 e $30,00 EPS a un outlook molto più conservativo di almeno $16,00. L’azienda ha indicato errate valutazioni nei suoi piani 2025, generando un pesante ribasso del titolo (-50% dai massimi di novembre 2024). A tutto questo si è aggiunta una leadership instabile: rientro di Stephen Hemsley come CEO (maggio 2025) dopo le dimissioni di Andrew Witty, nel contesto della tragica morte del CEO di UnitedHealthcare, Brian Thompson, nell’ultimo trimestre del 2024.
Attualmente il settore sanitario negli USA è in forte sconto: il segmento è valutato circa 16,6 volte gli utili attesi, contro le 23,3 del S&P 500 — il valore più basso in 30 anni. L’acquisto da parte di Berkshire Hathaway nelle ultime settimane ha alimentato un po’ di ottimismo in base al presupposto che tutto quello che fa Buffett e i suoi eredi è fatto bene. Per un potenziale raddoppio del prezzo azionario, UNH dovrebbe raggiungere un EPS di $24 e un multiplo P/E di 25x (o moderato scenario di +60% con multiplo 20x) Analisti come Morgan Stanley prevedono un EPS di $20,94 nel 2025 e $24,91 nel 2026, mantenendo rating Overweight, mentre Leerink rimane più cauta ma prevede una lenta ripresa fino al 2028.
Noi senza sapere né leggere né scrivere rimaniamo pazienti in attesa che i prezzi superino quota 340 e poi valuteremo il da farsi.
L’autore è iscritto all’Ordine dei Giornalisti e non detiene gli strumenti finanziari oggetto delle sue analisi.
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